venerdì 29 gennaio 2010

Eventi su eventi

"L'analisi è una discesa nella materia mentre la sintesi è un'ascesa verso lo spirito. Più si sale, più sfuggono i dettagli delle cose, ma in compenso appare l'insieme e si percepisce una maggior quantità di fatti e di oggetti; più si sale, più si è obbligati a fare la sintesi. Grazie a tale sintesi si giunge ad un'unità. poichè si scopre in un principio unico il legame che esiste fra ogni cosa, ed è così che si va verso il sapere. Il sapere consiste nel guardare da un punto più elevato per avere una visione che spazia su tutte le cose. L'analisi è una discesa nella materia; per poter analizzare le cose, una volta entrati in possesso delle stesse, le si deve scomporre per consentirne uno studio approfondito. Ma a poco a poco la separazione degli elementi finisce per causarne la morte. La morte, d'altronde, altro non è che l'analisi perfetta. Quanto alla nascita, questa è, invece, una sintesi: gli elementi si raccolgono, formano un'unità. La sintesi è la vita, l'analisi è la morte. Ecco perchè la tendenza all'analisi, attualmente così diffusa, è pericolosa. Tutti gli specialisti sono degli analisti. Essi si fermano su un soggetto, su un organo, trascurando tutto il resto, cioè l'insieme dell'essere umano o dell'universo. Essi marciano quindi verso la morte. E' vero che la specializzazione è necessaria; gli specialisti che conoscono bene i particolari sono necessari. Ma continuando ad analizzare, si finisce per non vedere più l'insieme”.

ANALIZZANDO ALLORA...

Negli ultimi anni si è diffuso un fenomeno grave per specie di animali, anche utili all’uomo (come api e delfini).
Per le api, il 2007 è stato un anno terribile. Morie massicce si sono infatti registrate in tutto il mondo. La punta massima si è raggiunta in alcune aree degli Stati Uniti, dove è scomparso il 90% delle api. Ma il fenomeno non ha risparmiato l'Italia: nel nostro settentrione si sono svuotati la metà degli alveari. Le cause sono ancora sconosciute. E la strage potrebbe continuare. Ora, quindi, anche le api sarebbero a rischio estinzione. L’ allarme è stato lanciato dall’Apat e sottoscritto da Francesco Panella, presidente dell’Unione Apicoltori, il quale sostiene che la colpa risiede nei cambiamenti climatici ma anche nell’inasprimento delle infezioni da virus e dall’inquinamento da fitofarmaci.
In Italia ci sono circa 50 mila apicoltori e 100 mila alveari, vengono prodotti oltre 10 mila tonnellate di miele all’anno. Ma il danno (circa 250 milioni di euro) non riguarda solo il mercato del miele e dei suoi sottoprodotti, infatti le api sono fondamentali nella produzione di pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, ciliegie, cocomeri, zucchine, pomodori, soia, colza. Le api inoltre rappresentano un bioindicatore molto importante, infatti queste muoiono a causa di qualsiasi cambiamento importante che si registri all’interno del nostro ecosistema. Solo nel 2007 il nostro paese ha perso duecentomila alveari.
Il Disturbo da collasso dell'alveare o Sindrome dello spopolamento degli alveari (SSA, in inglese CCD, ovvero Colony Collapse Disorder) è un fenomeno ancora poco conosciuto per il quale le famiglie di api (Apis mellifera) periscono bruscamente. La SSA/CCD è stata riscontrata per la prima volta nelle colonie di api del Nord America alla fine del 2006. Gli apicoltori europei osservarono un fenomeno simile in Belgio, Francia, Olanda, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna. Le prime segnalazioni arrivarono anche dalla Svizzera e dalla Germania anche se in misura minore. Possibili casi di SSA/CCD sono stati riscontrati anche a Taiwan dall'aprile 2007.
Dal 1976 al 2006 si è verificata una drastica riduzione del numero delle api selvatiche negli Stati Uniti (ormai quasi estinte) ed un significativo, sebbene graduale, declino nel numero delle famiglie allevate dagli apicoltori. Questo declino comprende il cumulo delle perdite dovute a tutti i fattori come l'urbanizzazione, l'uso dei pesticidi, l'Acariosi e la Varroa, il pensionamento degli apicoltori e la chiusura delle attività commerciali. Tuttavia alla fine del 2006, inizio del 2007, il tasso di riduzione è cresciuto raggiungendo proporzioni fino ad allora sconosciute. Da notare che il sistema di orientamento delle api si basa notoriamente sul campo magnetico terrestre.


I cetacei (delfini e balene) hanno dei problemi in questo periodo: lo spiaggiamento. Sino a pochi anni or sono, in pratica tutto ciò che sapevamo dei delfini aveva a fondamento le analisi compiute sugli esemplari morti in mare e trascinati a riva dalle correnti oppure arenatisi ancora vivi in una lenta agonia. Simili incidenti diventano clamorosi quando lo spiaggiamento coinvolge simultaneamente un gran numero di animali, come spesso avviene tra i globicefali neri e le pseudorche.
Sino agli anni Sessanta l'avvistamento di un delfino dalla testa a melone era considerato un evento eccezionale, ma da allora si sono moltiplicati gli episodi di incagliamenti in massa. Scartata come improbabile l'ipotesi di una precedente sottostima, non resta che appellarsi all'incremento demografico. In certi casi, l'aumento del numero degli spiaggiamenti sembra potersi ricollegare all'abbondanza in quella zona di specie ittiche prelibate. Per esempio, il recente aumento di globicefali neri arenatisi nell'Inghilterra sud-occidentale, soprattutto nel periodo autunno-inverno (una media di meno di uno all'anno tra il 1913 e il 1947; due all'anno tra il 1948 e il 1962; più di cinque all'anno tra il 1963 e il 1978) trova riscontro in un maggior numero di segnalazioni di animali vivi e di grosse concentrazioni di sgombri in quelle acque. Poiché però molti da quelle parti restano impigliati nelle reti da pesca, anche la mortalità può aver subito un'impennata. L'arrivo a terra del corpo di un delfino morto dipende dalla presenza e direzione di venti e correnti e dalla conformazione della linea costiera, per cui se la specie in generale frequenta acque non litoranee è possibile che i cadaveri affondino e non vengano recuperati. Tuttavia, la causa degli spiaggiamenti di animali vivi rimane inspiegata.
Sono ancora in corso gli studi sul perché i Cetacei arrivino spontaneamente al suicidio spiaggiandosi. La prima ipotesi sarebbe quella di errori nelle lettura del campo magnetico terrestre: in poche parole si tratta di errori nella navigazione poiché spesso, gli spiaggiamenti, sono concentrati in zone in cui le linee del campo intersecano perpendicolarmente la costa o dove proprietà magnetiche generano anomalie che li portano alla perdita dell’orientamento. Infatti i delfini possiederebbero un sesto senso: quello magnetico con cui sarebbero in grado di leggere il campo terrestre e navigare in base ad esso. Una lettura sbagliata sarebbe la causa dei numerosi spiaggiamenti. Tutt'oggi il numero degli spiaggiamenti è in continuo aumento, tanto che l'anno 2002 è stato definito l'anno nero per il susseguirsi continuo di questi episodi. Il motivo di tale numeri sarebbe i crescente numero di sottomarini che con i loro sonar farebbero perdere l'orientamento a questi animali. Talvolta gli sforzi dei soccorritori si rivelano inutili, in quanto una volta riportati al largo questi mammiferi tornano immediatamente ad arenarsi, come se fossero determinati ad uccidersi.
Oltre a questi sembra che si spiaggino anche tartarughe marine e squali. Una caratteristica degli squali è la elettroricezione. Una delle ultime caratteristiche dello squalo che si è scoperta è la sua sensibilità ai campi magnetici ed elettrici grazie ad alcuni recettori che si trovano collegati ai pori del muso. Il vero organo capace di questa caratteristica è il complesso formato dalle ampolle di Lorenzini. Il funzionamento è molto simile a quello del labirinto presente nell'orecchio umano, in quanto alcune ciglia immerse in un gel vengono sollecitate da questa variazione di campo grazie all'azione di una pompa protonica e quindi suscettibili ad un gradiente elettrochimico. Da alcuni esperimenti fatti in mare aperto si è visto che lo squalo utilizza tutti i sensi ma ne attiva solo alcuni a distanze più prossime alla preda. Infatti se da lontano prevale l'odore, magari del sangue di una ferita, e logicamente la vista, da vicino se l'acqua si fa torbida e deve procedere alla cieca fa proprio affidamento a questo sistema che gli permette di serrare la mascella a colpo sicuro. Le ampolle di Lorenzini sono l'organo elettrorecettore dello squalo e variano in numero da individuo ad individuo, da un paio di centinaia a qualche migliaio. Gli squali le usano per riconoscere i campi elettrici che ogni essere vivente produce. Questa percezione aiuta l'animale a trovare le prede (in modo particolare ciò accade per lo squalo martello). Tra tutti gli animali conosciuti, gli squali sono quelli con la più precisa percezione elettrica. L'identificazione delle prede diventa utile quando esse si nascondono sotto la sabbia del fondale marino. Anche in quei momenti esse producono infatti inavvertitamente dei campi elettrici. È a causa di questo senso se a volte gli squali attaccano per sbaglio delle barche: il potenziale elettrochimico che l'interazione tra il metallo e l'acqua salata genera assomiglia ai deboli campi generati dalle prede, in più essendo spesso più potente di questi ultimi riesce ad attirare squali che si trovano molto lontano. Un altro utilizzo dell'elettroricezione è a scopi di orientamento: le correnti oceaniche dovute al campo magnetico terrestre producono anch'esse campo elettrico e sono usate dagli squali per migliorare la navigazione.

SI POTREBBE COSI’ SINTETIZZARE…

Tutto il visibile e l'invisibile vibra in una determinata frequenza perché èenergia. Quando lo stato vibrazionale è lento l'energia ci appare densa etende a solidificarsi. Tuttavia, se osserviamo un solido al microscopiapossiamo osservare che esso vibra sempre di energia; esso non esisterebbe senon vibrasse. Un aumento della velocità di vibrazione corrisponde a unadiminuzione della densità dell'energia, come nel caso del ghiaccio chediventa acqua e l'acqua diventa vapore non visibile. Il calore hadeterminato un aumento della velocità vibrazionale e il ghiaccio si èliquefatto; l'ulteriore elevazione del calore, e quindi della velocitàvibrazionale, ha reso l'acqua ancor meno solida trasformandola in vapore.Questo principio vale per ogni sostanza solida. Ad esempio, anche il metallosi scioglie nel momento in cui viene sottoposto ad alte temperature a causadel cambiamento del suo stato vibrazionale. Un aumento dello statovibrazionale corrisponde a un aumento della temperatura. Anche la Terra stamodificando le sue vibrazioni al rialzo, come è dimostrato dall'innalzamentodella temperatura. Gli scienziati hanno identificato questo fenomeno già1991. Oggi il clima della Terra è fortemente alterato e ciò viene attribuito al"surriscaldamento globale". Molte correnti scientifiche vogliono, a tutti icosti, far credere all'opinione pubblica che il fenomeno sia causatodall'inquinamento industriale. Gli agenti inquinanti non fanno beneall'ecosistema, ma non sono certo essi la vera causa dell'innalzamento delletemperature. La vera causa del rialzo delle temperature globali è dovutadall'aumento della frequenza vibrazionale del campo energetico planetarioche sta aumentando in maniera esponenziale.Si tratta della frequenza sonora della Terra che sta aumentando con moltavelocità. Essa è la frequenza sonora di base conosciuta con il nome diRisonanza di cavità Schumann, che fu identificata già nel 1899. Dal momentodella sua scoperta al 1940 questa frequenza è rimasta inalterata a circa 7,8hertz o 7 cicli al secondo. L'inizio del suo innalzamento è avvenuto nel1986-87 e all'inizio del 1996 aveva raggiunto gli 8,6 hertz. Attualmente,secondo recenti stime, il valore della risonanza di cavità Schumann avrebbegià superato i 10 hertz e continuerebbe ad aumentare ulteriormente.Ma non finisce qui ! L'aumento della risonanza di cavità Schumann è"accompagnato" da un altro fenomeno: la diminuzione del campo magneticoterrestre. Il nostro pianeta è un enorme magnete avente una moltitudine dilivelli che ruotano per formare un campo magnetico. L'intensità delladensità del campo magnetica è proporzionale alla velocità di rotazione delpianeta. Tanto tempo fa, all'incirca duemila anni fa, l'intensità del campomagnetico terrestre raggiunse il massimo della sua intensità, ma da alloraquesta intensità è sempre diminuita, man mano che la Terra diminuiva la suavelocità di rotazione. Attualmente il campo magnetico terrestre ha raggiuntouna flessione pari al 50 per cento se comparato a quello di 1.500 anni fa.Questo fenomeno, che è destinato ad andare avanti, rientra in un meccanismodel tutto naturale. Per rendere l'idea, un po' come il meccanismo che regolale stagioni, ma assai più complicato e potente.


SI PARTE DAL PARTICOLARE PER GIUNGERE AD UNA PIU’ AMPIA VISIONE D’INSIEME… OSSERVIAMO E MONITORIAMO LA NOSTRA REALTA’ PIU’ PROFONDAMENTE E FORSE SCOPRIREMO NESSI CHE NEANCHE IMMAGINIAMO. CHE QUESTO SIA UN CASO? L’INTENTO DI FIBONACCI ERA QUELLO DI TROVARE UNA LEGGE CHE DESCRIVESSE LA CRESCITA DI UNA POPOLAZIONE DI CONIGLI. NON FU FORSE UN CASO CHE…?

http://www.matematicasulweb.eu/algebra/fibo/fibonacci.htm


VERO E’ ANCHE CHE OGNI ASSIOMA VA DIMOSTRATO, LA RISPOSTA E’ IN FIERI…

1) API
2) CETACEI
3) ?????????
4) ????????
5) ????????
………………………………………………

IL SUGGERIMENTO E’: STIAMO A GUARDARE…

Di Leonida e Dite Ashant

giovedì 21 gennaio 2010

IL 2012: UN PO' DI CHIAREZZA

Il 2012 è ormai alle porte, tanto che si comincia a parlarne a livello di grande pubblico: la trasmissione “Voyager” di Rai2 ha dedicato ampi e documentati servizi a questo argomento nella puntata andata in onda lunedì 12 novembre 2007. E come sempre ha fatto un ottimo lavoro!Vediamo di capirci qualcosa, perchè ciò che sta avvenendo in questo periodo è solo l’inizio: d’ora in poi, ve lo assicuro, sentiremo parlare spesso di questa data.Per cominciare, occorre sapere cosa avverrà (o dovrebbe avvenire) nel 2012.Le fonti sono molteplici e diverse per epoche e culture, ma tutte convergono verso conclusioni simili.‘Qualcuno’, spulciano antichi testi, si è accorto che il calendario Maya termina il 21 dicembre del 2012. Secondo quell’antico ed evolutissimo popolo, quell’anno sarà l’ultimo del “quarto sole”, inteso come quarto ciclo vitale della Terra, cui seguirà il quinto.Questo fatto ha dato il via a molte ipotesi, la maggior parte delle quali giunge alla scontata conclusione che esattamente il 21 dicembre del 2012 ci sarà quella ‘fine del mondo’ che già altre volte qualcuno ha ipotizzato in base all’interpretazione di fumose profezie ( l’ultima è stata il “Mille e non più mille” che ha indotto i soliti mattacchioni a ritenere che lo scoccare del millennio fosse anche quello dell’Apocalisse!)Ad affiancare il dato di fatto del calendario Maya, vi sono molte altre profezie, come quelle di Padre Pio, di Giovanni XXIII, dell’immancabile Nostradamus, ci sono le leggende e i Libri Sacri di popoli diversi e lontanissimi tra loro, come gli indiani d’America, gli antichi egizi, i tibetani, ci sono le pietre dell’impero Khmer ad Angkor, in Cambogia. Poi ci sono le testimonianze più o meno attendibili di persone che, in varie parti del mondo, dicono di aver parlato con gli alieni o quelle, certamente più degne di considerazione e credibilità, delle Cronache Akashiche di Edgar Cayce e di Anne e Daniel Meurois de Givaudan. Infine, secondo alcuni, anche il 3° segreto di Fatima, in una parte non pubblicata dal Vaticano, conterrebbe la previsione degli avvenimenti che sarebbero in preparazione per il 2012.Vediamo cosa dicono in proposito i testi e/o le leggende di popoli antichissimi. Esistono numerosi papiri egizi, di epoche diverse, in cui si descrive un evento straordinario accaduto in almeno due occasioni: il sole che sorge a Ovest e tramonta a Est per alcuni giorni, per poi tornare alla ‘normalità’. Stando alle datazioni che è possibile rilevare, una di queste volte corrisponderebbe al Diluvio Universale di biblica memoria, un’altra alla leggendaria scomparsa di Atlantide, il continente, di cui parla anche Platone, che sarebbe stato distrutto dagli Dei per punire i suoi abitanti divenuti ‘malvagi’.Secondo l’Induismo, invece, l’evoluzione dell’Umanità segue un andamento ciclico, basato su un fenomeno astronomico noto ancora oggi con il nome di ‘Precessione degli Equinozi’, che è un movimento della Terra che fa cambiare in modo lento ma continuo l’orientamento del suo asse di rotazione rispetto alla sfera ideale delle stelle fisse. Gli Induisti hanno associato questo fenomeno astronomico ai cicli di evoluzione del genere umano, ognuno dei quali si divide in quattro fasi, dette ‘yuga’: Sathya Yuga, Treta Yuga, Dvapara Yuga e Kali Yuga. Agli estremi di questi cicli, vi sono il Sathya Yuga. o Età dell’Oro, durante il quale l’Umanità tutta vive in stretta connessione con la propria Natura Divina e di conseguenza la Terra conosce un’era di spontanea saggezza in piena sintonia con le Grandi Leggi che regolano l’Armonia Cosmica, e il Kali Yuga, o Età del Ferro, durante il quale il decadimento spirituale dell’umanità raggiunge la sua più bassa espressione. Ogni ciclo completo si conclude con il Kali Yuga... e a quanto pare ci siamo nel bel mezzo: il prossimo 2012 corrisponderebbe alla fine del Kali Yuga e all’inizio del Sathya Yuga, la tanto attesa Età dell’Oro e secondo i Purana, l’umanità sarebbe prossima a entrare di nuovo in una lunga era di pace e di Amore Universale. Ma prima occorre fare i conti con la fine del Kali Yuga! Naturalmente l’Induismo ci dice anche come 'salvarci' durante il rush finale dell’Età del Ferro e davvero i metodi proposti possono sembrare, agli occhi della massa, fantascienza o fanatismo. Sapientemente ammaestrati da secoli di oscurantismo scientista, siamo talmente abituati a considerare degne di fede solo le ‘cose’, a credere unicamente a quello che possiamo vedere, toccare, pesare, misurare, che le tecniche suggerite da tutte le filosofie orientali sembrano, ai più, frutto di follia o di illusione fanatica, come ben descritto nelle Upanishad: “Ritenendosi saggi, gli sciocchi immersi nell’ignoranza, ma sicuri di sé, si aggirano urtandosi come ciechi guidati da un cieco.”Ma anche lasciando leggende e profezie nello scaffale della fantascienza, le cose non cambiano. Torniamo alla nostra Precessione degli Equinozi e per prima cosa cerchiamo di capire di cosa si tratta.La Terra gira intorno al sole: questo è stato insegnato, da Galileo in avanti, a tutti i bambini sui banchi di scuola, come anche che, oltre a girare intorno al sole, la Terra gira su se stessa, attorno a un ideale asse terrestre, che dà la possibilità di misurare il suo orientamento nello spazio rispetto al sole. Sappiamo anche ‘scientificamente’ che il nostro pianeta non è una sfera perfetta, ma che è appiattita ai poli. L’orientamento del pianeta nello spazio ha permesso all’uomo di ‘inventarsi’ l’orientamento a terra: i naviganti che solcavano i mari in epoche non tecnologiche, sapevano che la Stella Polare indicava loro il nord. Ma con l’andare del tempo e l’avvento della tecnologia si è anche scoperto che questo orientamento della Terra nello spazio non è immutabile, ossia che il suo asse terrestre, parametro della posizione rispetto al sole, subisce delle piccole ma continue variazioni, che determinano, appunto, la “precessione degli equinozi”, ossia il punto della sfera celeste in cui ‘cade’ l’equinozio di primavera, detto ‘punto vernale’, viene anticipato poco più/poco meno di un grado ogni anno. Ogni anno, cioè, alla data del 21 marzo, la Terra ha cambiato impercettibilmente il suo orientamento rispetto all’anno prima. E se questo cambiamento non è rilevante nell’immediato, assume invece un significato enorme ragionando in termini di secoli, millenni, ere. Un ciclo precessionale completo avviene ogni 26.000 anni circa. E ‘ciclo precessionale completo’ significa che l’asse terrestre descrive un cerchio, cambiando, di conseguenza, il proprio orientamento e l’orientamento dell’intero globo. Questo movimento è certamente lentissimo, ma costante e inesorabile e consente di ‘dividere ‘ il tempo in Ere, dando a ogni era il nome della costellazione nel cui dominio ‘punta’ l’asse terrestre. Quelle costellazioni sono le stesse da cui prendono il nome i segni zodiacali, il che ci porta a concludere che: 26.000 (circa) : 12 (costellazioni) = 2000 (circa), che è la durata di un'era. Antichi documenti fanno risalire l'inizio del 'nostro' mondo al 10.450 a.C., data che si ritrova nelle tradizioni di popoli lontanissimi tra loro. Ebbene, considerando la civiltà egizia, sappiamo che lo sguardo della Sfinge, che risale a quell'epoca, un tempo era rivolto alla costellazione del Leone, il che significa che nel 10.450 a.C. l'asse terrestre era posizionato nel settore della sfera celeste dominato dal Leone. E, calcoli alla mano, da allora a oggi sono trascorse sei 'ere precessionali' e grado più, grado meno, l'asse terrestre è diretto – guarda un po'! – verso la costellazione dell'Acquario, nelle cui direzione , oggi, guarda la Sfinge.In base alla precessione degli equinozi, dunque, possiamo sapere che la Terra ha spostato il suo orientamento... fatevi due calcoli: un grado all'anno x 6 ere di 2000 anni... quanto fa?Ma il dato importante è che tutte le profezie/previsioni (dai Maya, agli Egizi, all'Impero Khmer, ai Tibetani, agli Hopi, ecc..), basandosi sulla precessione degli equinozi, concordano sullo spostamento della direzione dell'asse terrestre, cui attribuiscono un andamento ciclico e un'influenza determinante sulle condizioni del pianeta e dell'umanità che lo abita di era in era.In sintesi, appare chiaro che se è vero che l'asse terrestre è in 'movimento circolare costante', cambia anche l'orientamento del pianeta rispetto al sole, al punto che sono gli astronomi (e non gli 'astrologi'!) ad affermare che prossimamente non sarà più la Stella Polare a indicare il nord, bensì Vega. Ma non basta.Da altri documenti sappiamo che duemila anni fa la Terra girava su se stessa molto più velocemente di ora. Nei Rotoli del Mar Morto, per esempio, viene descritto un anno di 360 giorni.La velocità di rotazione della Terra sta rallentando così rapidamente che ogni anno gli scienziati devono regolare i loro orologi al cesio per compensare un divario che, se non fosse corretto, nel giro di soli dieci anni porterebbe all'inversione della mezzanotte con il mezzogiorno.Ciò significa che il magnetismo terrestre è in fase calante.Ma non si tratta solo di fidarci di antichi sistemi di misurazione, che qualcuno può ritenere rudimentali.La diminuzione del magnetismo terrestre è un dato di fatto scientificamente provato.La Terra è un enorme magnete, ossia si comporta come se fosse una calamita, tanto che il suo campo magnetico influenza l'ago della bussola. Il campo magnetico terrestre forma la cosiddetta 'magnetosfera', che costituisce una sorta di 'scudo' attorno al pianeta e consente "la Vita" così come noi siamo abituati a intenderla. Il campo magnetico terrestre viene misurato in 'nanoTesla' (nT).Ora, accade che le misurazioni effettuate degli scienziati stiano rilevando una costante diminuzione della magnetosfera, ossia quello 'scudo' si starebbe indebolendo sempre di più. Poichè i geologi dicono che siamo arrivati al punto più basso del magnetismo terrestre degli ultimi 2000 anni, c'è chi ipotizza addirittura che potrebbe essere prossima un'inversione del campo magnetico terrestre: il polo magnetico nord, che oggi ha polarità negativa, acquisirebbe polarità positiva e viceversa... e questo potrebbe portare dei grandi cambiamenti all'assetto dell'intero pianeta.Questa possibilità è messa in stretta relazione con il rallentamento della rotazione dell'asse terrestre, di cui si è parlato poco fa.Fantascienza? Assolutamente, no! L’analisi (scientifica!) del magnetismo delle rocce presenti sulla Terra milioni di anni fa, ha stabilito che sul nostro pianeta si sono alternati periodi di polarità normale con altri di polarità inversa. Infatti le rocce contengono ossido di ferro le cui particelle si orientano secondo il magnetismo terrestre. Esaminando la disposizione delle particelle di ossido di ferro negli strati di lava che si sono depositati e raffreddati in epoche diverse, è stato possibile ricostruire l’andamento alterno del magnetismo terrestre e pare sia possibile affermare che i poli magnetici della Terra si siano invertiti oltre una decina di volte negli ultimi 30 milioni di anni.Per completare il quadro, occorre ancora parlare della Frequenza Shumann.La fisica quantistica ci ha ormai insegnato che la cosiddetta 'materia inanimata' non esiste: nell'Universo tutto vibra, ossia tutto è energia in movimento, in trasformazione, in divenire. Tutto è vibrazione e ogni vibrazione ha una sua 'misura', che si chiama 'frequenza'. Quando la frequenza è lenta, o 'bassa', gli atomi tendono a 'solidificarsi' e danno luogo alla materia; più la frequenza si innalza, più lo stato di aggregazione atomico diventa rarefatto, meno solido. Possiamo prendere come esempio l'acqua e misurare la frequenza vibratoria dei suoi vari stati: il ghiaccio (solido) ha frequenza bassa. Se scaldiamo un cubetto di ghiaccio, questo si scioglie perchè il calore ha accelerato il movimento dei suoi atomi e prodotto lo stato liquido; se continuiamo a scaldare l'acqua e la portiamo a ebollizione, aumentiamo ancora di più la frequenza vibratoria dei suoi atomi e osserviamo che diventa vapore, impalpabile, invisibile, ma certamente reale... al punto che il ciclo può essere invertito e quello stesso vapore può tornare allo stato solido!La geologia ci dice che la Terra ha una piccola pulsazione elettromagnetica ogni secondo, espressa in hertz, che in fisica è l'unità di misura della frequenza nei fenomeni di vibrazione (luminosi, elettromagnetici e meccanici), corrispondente a una vibrazione al secondo Questa è la Frequenza Shumann – o Risonanza Shumann - la 'vibrazione' della Terra, come se fosse il suo battito cardiaco.La Frequenza Shumann è stata misurata per la prima volta alla fine dell'ottocento negli Stati Uniti: era di 7,8/8 hertz al secondo e si è mantenuta relativamente costante fino alla seconda metà degli anni '80, quando, improvvisamente, ha iniziato ad aumentare e in poco meno di dieci anni ha raggiunto 8,6 hertz al secondo. Attualmente, secondo recenti stime, il valore della Frequenza Schumann avrebbe già superato i 10 hertz e continuerebbe ad aumentare ulteriormente, dimostrandosi inversamente proporzionale al magnetismo terrestre: più il magnetismo terrestre diminuisce, più aumenta la Frequenza Shumann.La Frequenza Shumann, come ogni altra cosa sul pianeta, segue presumibilmente la 'Sequenza di Fibonacci".La sequenza di Fibonacci è formata da una serie di numeri così concepita: 1-1-2-3-5-8-13-21-34-55- ecc... e prende il nome dal matematico pisano del XIII secolo Leonardo Fibonacci , la cui intenzione era quella di trovare una legge che descrivesse la crescita di una popolazione di conigli, senza immaginare le conseguenze della propria scoperta. Si è infatti stabilito solo in seguito che i numeri di Fibonacci godono di una vastissima gamma di proprietà, si incontrano nei modelli matematici di quasi tutti i fenomeni naturali e sono applicabili alle leggi dell'Universo.E se, come sono in molti a credere, la Frequenza Shumann, in crescita ormai costante, segue la sequenza di Fibonacci, farà presto un 'salto' a 13 hertz. Secondo calcoli che vi risparmio, in quello stesso momento il magnetismo terrestre arriverà ad azzerarsi.Questo momento è quello di cui parlano da migliaia di anni tutte le maggiori profezie, i testi sacri, le scuole misteriche, le religioni. È presumibilmente il punto dove il tempo si fermerà per poi riprendere a scorrere, quello di inversione dei poli magnetici, dell’inizio della nuova era. E' il punto cui si riferisce il calendario Maya: 21-12-2012. Cosa accadrà? Da qui in avanti, sono molte le voci che si levano per dipingere lo scenario del 'dopo Punto Zero' e il mio invito è quello di prendere ogni previsione con beneficio di inventario.In sintesi, la soluzioni proposte si dividono in due grandi filoni, all'interno dei quali si palesano poi le varie differenze.C'è l'allegro filone catastrofista, che vede nel 2012 il verificarsi dell'Apocalisse, l'Armageddon, la 'fine del mondo', con tutto il corredo di Anticristi, devastazioni, distruzioni, giudizi divini, ecc...E c'è il filone del Cambio Dimensionale, di una maturazione spirituale dell'intera umanità, di un vero e proprio Sathya Yuga in grande stile, di una 'fine del mondo', sì, ma solo per entrare in un altro, migliore, contrassegnato dal ritorno dell'uomo al rispetto di se stesso, del prossimo e dei ritmi naturali del Creato: l'Età dell'Acquario, così come descritta sia dai Maestri di Luce ad Alice Bailey, sia da Nostradamus (ebbene, sì!) e dai Maya.In qualunque modo avvenga, il 2012 (o altro periodo limitrofo) potrebbe sancire davvero il passaggio da una dimensione a un'altra: c'è chi parla di un salto quantico... e la fisica ci dice che un salto quantico è un drastico cambiamento energetico, capace di trasformare un elemento in un altro...Secondo alcune teorie, la nostra stessa struttura molecolare subirà una mutazione, alla quale ci dovremo adattare. E già da tempo si sa che le variazioni (attualmente minime) del magnetismo terrestre, influiscono sul nostro organismo e in particolare sulla ghiandola pineale...C'è solo da dire: staremo a vedere!Sta di fatto che per la prima volta nella storia dell'Uomo, scienza moderna e antiche profezie hanno così numerosi punti di contatto. L'interpretazione di ciò che potrà avvenire deve essere lasciata alla sensibilità del singolo, con un'avvertenza soltanto: se proprio volete scegliere uno scenario tra i mille proposti, invece di farvi una vostra opinione, lasciate perdere quelli in cui è il fanatismo a farla da padrone, di qualunque colore sia.Credo fermamente che a breve accadrà 'qualcosa' e che si tratterà di un evento o una serie di eventi tale da determinare un Cambiamento fondamentale nella Storia dell'Umanità. Questo evento o serie di eventi non sarà, come è accaduto fino a ora, nè riservato alla conoscenza di pochi, nè passibile di essere ignorato, bensì sotto gli occhi di tutti in modo assolutamente esplicito, non interpretabile, non manipolabile.C'è chi parla – a mio avviso sconsideratamente – di 'ascensioni di massa', di una sorta di illuminazione collettiva di tutto il genere umano. Sarebbe certamente bellissimo... ma secondo il mio umile parere poco attuabile e contrario alla Legge dell'Evoluzione...Secondo me, invece, ancora una volta l'umanità potrà esercitare il suo libero arbitrio.... con la differenza che questa volta la maggioranza sceglierà di adeguarsi alle Leggi Cosmiche e gli individui che rifiuteranno l'Evoluzione saranno in minoranza.Infine, un'avvertenza: purtroppo, la diffusione (che è solo agli inizi!) di tutto ciò che concerne il 2012, sta già fornendo nuovo materiale ai soliti approfittatori. Stanno spuntando vere e proprie sette in cui 'la salvezza' dal 2012 è il tema centrale, con tutti gli inevitabili pericoli connessi a questo tipo di 'associazioni a delinquere'.Per concludere: se davvero ci attende a breve il Sathya Yuga, non possiamo che rallegrarci....E visto che ci siamo, nel frattempo possiamo fare un po' di equilibrato allenamento all'Amore Universale, al Pensiero Positivo, alla Consapevolezza: male, di certo, non ne farà, nè a noi stessi, nè al Pianeta, vi pare?!

Di Laura Fezia

venerdì 1 gennaio 2010

Nebiru: il pianeta errabondo

Tutti questi dati sembrano confermare che il nuovo astro sia il "pianeta dell’attraversamento" dei Sumeri che già descrivevano con un’orbita retrograda.La conoscenza che questo pianeta si ripresenta ciclicamente è antica e da tempo si cercano le sue tracce. Quando si scoprì la cometa Hale-Bopp i ricercatori videro che era in rotta di quasi collisione con la Terra e dietro di lei compariva un corpo di enormi dimensioni, Nibiru, e la conclusione fu che la cometa altro non era che una delle compagne del pianeta che in passato aveva creato enormi catastrofi. Qui si aggancia un dato che fa parte delle leggende dei Maya: la nascita di Venere che secondo il loro calcolo (codice di Dresda) corrisponde al 10 agosto 3113 a.c.. Un'altra enorme cometa accompagnava Hale-Bopp 4.200 anni fa, attraversando il sistema solare incrociò la strada con la Terra e fu catturata dalla gravità di Giove fino a diventare Venere, il pianeta che oggi conosciamo. Quando il Pianeta X si avvicina nella sua orbita al Sistema Solare, reca con sé uno sciame di comete impressionante. Altro esempio è la cometa NEAT, sempre giunta dall'emisfero sud, grande quanto la Luna. La NASA era a conoscenza del suo arrivo e vista la sua grandezza e la sua vicinanza al Sole cercò di insabbiare la cosa, peccato che la sua luminosità e il fatto che fosse ben visibile nel cielo vicino al Sole la rese pubblica.A proposito di leggende, Maya ed Egizi posizionavano una 'porta dei cieli' nella zona dove ci sono Toro e Orione, la stessa da dove sta arrivando l'astro sconosciuto. Gli Hopi credevano che Hale-Bopp precedesse di circa 10 anni il Pianeta X... anno più anno meno il suo arrivo è previsto a breve quindi. Il calendario Maya non dice forse che la quarta era, iniziata nel 3100 a.c., avrà termine il 22 dicembre 2012?Sono una certezza i dati del Voyager che rilevano perturbazioni piccole ma costanti nelle orbite di Urano e Nettuno, il fatto che team di astronomi stanno concentrando le ricerche nei cieli meridionali.Ci sarebbe un filmato di Nibiru fatto da una sonda spaziale in missione top secret per conto addirittura del Vaticano, d'altra parte ciò che emerge dalle ultime scoperte concorda con le predizioni bibliche che riguardano il ritorno del pianeta, possono quindi farsi trovare impreparati nel loro campo? Secondo le tavole dei sumeri Nibiru ha un'orbita ellittica che lo fa entrare dal nostro Sistema Solare ogni 3.600 anni. Orbita tra due soli (il nostro ed uno esterno), quando passa vicino alla Terra porta solo catastrofe a causa della sua densa gravità.Bisogna considerare la posizione durante questi passaggi: più si è vicini e più la possibilità di movimenti naturali si accentua, esempio 'recente' il Diluvio presente in molte culture su tutta la faccia della Terra. Gli indiani nelle zone del Gran Canyon raccontano che li vivevano i loro dei, gli Ansazi (anziani), prima della 'purificazione' della Terra. Questa cosa è piuttosto interessante se notiamo che tutti i popoli antichi avevano dei evoluti, giganti, viaggiatori su navi volanti, che avrebbero insegnato loro i fondamenti della loro cultura. Chi diede ai sumeri gli strumenti per dati astronomici cosi avanzati e precisi che ancora oggi risultano esatti, furono i loro dei, gli Anunnaki, popolo alieno proveniente da Nibiru. I Dogon (tribù africana) da generazioni conoscevano alla perfezione la gemella oscura di Sirio, scoperta dal mondo moderno da poco.Anche gli egizi pare siano stati a conoscenza di un pianeta guerriero che portava morte al suo passaggio; lo "Zodiaco di Dendera" nel Tempio di Hathor presenta un 'errore' astronomico, nella descrizione dei corpi celesti compaiono i pianeti come noi li conosciamo più il Pianeta X raffigurato nella sua orbita mentre si sta avvicinando ad un pianeta del nostro Sistema Solare. Inoltre sembra che la volta celeste dipinta rappresenti l'emisfero meridionale, cosa assurda se si pensa che oggi l'Egitto si trova nell'emisfero settentrionale, a meno che non si colleghi il tutto al capovolgimento vero e proprio della Terra (inversione dei poli). Forse è un altro messaggio di un'antica civiltà che mette in guardia su ciò che è accaduto in passato e che ci aspetta in futuro?Nibiru sarebbe anche responsabile della distruzione in tempi remoti di un pianeta (tiamat) che orbitava tra Marte e Giove dove oggi c'è la fascia di asteroidi. Una parte di Tiamat venne scagliata più vicino al Sole creando la Terra e il suo satellite.


INTERVISTA A ZECHARIA SITCHIN

da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 64 dell'Agosto/Settembre 2006Non siamo soli nel "Sistema Solare". Lo storico orientalista russo preconizza il ritorno di Nibiru, decimo pianeta del Sistema Solare conosciuto ed adorato dagli antichi Sumeri.Pseudoscienza o imminente cambiamento di paradigma?Nei due numeri precedenti di questa rivista ci siamo occupati rispettivamente del "Secretum Omega" (sulla scorta della sconcertante testimonianza del free-lance Cristoforo Barbato, suffragata per altro da alcune prove documentarie provenienti da fonte autorevole e verificata, ed inserite tutte in un medesimo contesto coerente di circostanze, fatti e testimonianze) e degli indizi nel mondo scientifico-ufficiale dell'esistenza di un Decimo Pianeta del Sistema Solare orbitante come una cometa ed avente un periodo orbitale di circa 3600 anni.Con questo nostro servizio andiamo direttamente al cuore archeologico della questione presentando ai nostri lettori un'esclusiva intervista con il celebre sumerologo ed orientalista russo Zecharia Sitchin il quale, pur non essendo un membro dell'Establishment accademico-scientifico, è uno studioso capace di una ricerca ed una divulgazione scientifica che nulla hanno da invidiare agli accademici-cattedratici acclamati dai media televisivi.Anzi, a mio avviso è proprio perché l'orientalista russo è rimasto uno studioso indipendente è riuscito a condurre le sue ricerche e a potersi esprimere abbastanza liberamente, conquistandosi negli anni con il suo rigore e la sua logica stringente un pubblico affezionato di lettori di tutto il mondo avvinti dalla sua straordinaria capacità di effettuare studi comparati (sia di tipo sincronico sia diacronico), raccordando campi diversi del sapere come antropologia, archeologia, filologia; storia, genetica, astronomia ed astronautica.Uno studio certamente sui generis ma che ha saputo brillantemente dimostrare come la scienza moderna, figlia del metodo galileiano, stia man mano soltanto riscoprendo conoscenze astronomiche e biologiche già note in epoca antica nella "Terra fra i due Fiumi", la Mesopotamia, ovvero l'attuale Iraq.Terra ove esse, secondo i testi antichi 1, furono tramandate agli uomini da "dei in carne ed ossa". Per non parlare poi di come Sitchin è in grado di coniugare elegantemente due tesi apparentemente agli antipodi: creazionismo ed evoluzionismo.Chi è Zecharia SitchinNato in Russia e cresciuto fra Israele e Palestina, dove ha praticato la professione di giornalista, Sitchin si è laureato a Londra in Storia Economica alla "London School of Economics and Political Science".Lo studioso, profondo conoscitore delle lingue semitiche e della scrittura cuneiforme, vive e lavora a New York da più di trent'anni. Egli da diverse decadi sostiene che alcune centinaia di migliaia di anni fa da un pianeta intruso nel Sistema Solare discesero sulla Terra delle creature senzienti (chiamati Anunnaki in sumero, Nephilim in termini veterotestamentari: letteralmente "coloro che scesero dal Cielo sulla Terra"), le quali operarono a livello d'ingegneria generica sugli ominidi incontrati in Africa, creando così l'"Homo sapiens sapiens" a cui diedero conoscenze matematiche, legislative ed artistiche per edificare le prime civiltà umane note.In Italia le, per certi versi innovative ma difficilmente contestabili, teorie del dr. Zecharia Sitchin sono state protagoniste più volte della stampa di nicchia in relazione a missioni spaziali segrete: riviste del settore ufologico (per esempio il magazine "UFO Network", numeri 3, 4 e 7 anno 1999, e "Dossier Alieni" n. 19 e n. 20 anno 1999) e del campo dei miti e delle civiltà scomparse.Per quanto riguarda la diffusione di tali teorie nell'ambito di convegni ed incontri culturali aperti al pubblico, un ruolo di primo piano lo ha avuto in Italia il biologo e giornalista pubblicista Giorgio Pattera il quale, in qualità di responsabile scientifico del Centro Ufologico Nazionale e come membro del Centro Culturale di Ricerche Esobiologiche Galileo di Parma, negli ultimi anni ha organizzato e tenuto convegni sugli studi di Zecharia Sitchin e sul mito del dio-pianeta Nibiru/Marduk 2. La voce di Pattera è stata purtroppo sinora una voce nel deserto, fatta eccezione per l'unica visita di Sitchin in Italia avvenuta sei anni fa e passata un po' in sordina (a Bellaria nel 2000, ove inoltre il sumerologo russo ebbe un proficuo scambio di opinioni con Monsignor Corrado Balducci, eminente teologo e demonologo della Santa Sede).Le conferme dell'archeologia e della moderna astronomiaAll'estero invece Zecharia Sitchin ha riscosso maggiore successo mediatico, concedendo interviste alle più importanti televisioni europee. Negli Stati Uniti d'America uno dei primi autorevoli quotidiani a menzionare le ricerche dello studioso russo fu il "Detroit News" (16 gennaio 1981 3), il quale pubblicò in prima pagina una notizia diffusa ad un meeting dell'"American Astronomical Society" ad Albuquerque, nel Nuovo Messico, dall'astronomo Thomas (Tom) c. Van Flandern del "U:S. Naval Observatory" (una sezione della "U:S. Navy").Secondo Van Flandern, dopo accurati calcoli teorici sulla base delle anomale perturbazioni orbitali di Urano e Nettuno, un corpo celeste più grande della Terra (almeno il doppio) è in orbita attorno al Sole con un periodo orbitale di almeno 1000 anni. 4 L'articolo pubblicato dal quotidiano statunitense era corredato dalla foto di un sigillo accadico del Museo di Stato di Berlino catalogato VA/243 e datato 2500 a.C. 5, probabilmente copia di un originale sumero, che rappresenta quasi sicuramente il nostro Sistema Solare ma sorprendentemente (per l'epoca) secondo la teoria eliocentrica, annoverando inoltre tutti i pianeti del sistema più uno ancora oggi sconosciuto all'astronomia ufficiale.È da tale antico sigillo raffigurante dodici globi (oltre che dalla cosmogonia narrata nel poema epico babilonese della creazione, "L'Enuma Elish" 6, cioè "Quando nell'alto") che Zecharia Sitchin prese spunto per intitolare il suo primo saggio: "Il dodicesimo pianeta", considerando il Sole, la Luna, i 9 pianeti del Sistema Solare conosciuti e un decimo membro del sistema: Nibiru, "pianeta dell'attraversamento".L'esistenza di quest'ultimo oggetto celeste chiamato Nibiru dai Sumeri e Marduk dai Babilonesi, che farebbe ciclicamente la sua comparsa all'interno del Sistema Solare (non si sta parlando di un oggetto della Fascia di Edgeworth-Kuiper), sembra essere patrimonio storico di diversi popoli, oltre che un dato di cronaca riportato su diversi testi (inclusa la Bibbia nelle parole di Isaia e dell'Apocalisse di Giovanni).L'ultimo transito di Nibiru: durante l'Esodo?Riponiamo per esempio una notizia raccolta dallo scomparso psichiatra russo Immanuel Velikovsky (Vitebesk, Russia, 1895 - Princeton, USA, 1979), maestro degli studi storici sincronici.Più di cinquant'anni fa Velikovsky (che fu anche buon amico di Albert Einstein) scrisse un saggio intitolato "Mondi in collisione" (Worlds in Collision), giudicato dal quotidiano americano "New York Times" un "terremoto letterario" 7. Ebbene, leggendo il testo ho notato che Velikovsky nel suo saggio forse parla proprio di Nibiru. In diverse parti egli menziona le tradizioni mesopotamiche, includendo Tiamat (dio-pianeta citato da Sitchin nei suoi libri, originariamente presente in luogo della fascia degli asteroidi) ed una battaglia cosmica avvenuto nell'antico passato. A pagina 76 dell'edizione italiana 8 egli scrive a proposito di una "cosrnic battle"; parla di una lotta fra Giove (Jupiter) e Tifone (Typhoon) raccontata da Apollodoro e Strabone. Ma egli cita anche un testo intitolato "De cometis tractatus novus methodicus", scritto da Rockenbach (1602, Wittenberg), dove Rockenbach racconta di un "globus immodicus" (globo immenso) visto dagli Israeliti durante la fuga daIl'Egitto. Il colore del globo era rosso sangue ("red blood").Potrebbe essere stato un avvistamento del passaggio di Nibiru creduto allora una gigantesca cometa rossa?Infatti, secondo le traduzioni delle tavolette d'argilla incise in caratteri cuneiformi, il pianeta da cui provengono gli antichi dei mesopotamici sarebbe proprio di colore rossastro:"Il grande pianeta,d'aspetto rosso scuro.Il cielo divide a metàE si presenta comeNibiru." 9La data in cui è collocato l'Esodo degli Israeliti dall'Egitto è ancora oggi controversa: un epigono di Sitchin, il giornalista turco Burak Eldem 10, situa l'ultimo passaggio di Nibiru proprio in concomitanza con l'Esodo e le piaghe d'Egitto, Esodo che secondo lui sarebbe avvenuto nel 1649 a.C..Sitchin invece lo situa nel 1433 a.C. (vedi il saggio "L'altra genesi", in inglese "Genesis Revisited", 1991).In ogni caso è davvero significativo come recentemente una nuova scoperta scientifico-archeologica abbia retrodatato di cento anni l'esplosione dell'isola di Thera (l'attuale Santorini), che coincise con la fine della civiltà minoica: da sempre collocata nel 1500 a.C., la spaventosa e potentissima eruzione vulcanica è stata ora spostata ad un periodo compreso fra il 1660 ed il 1613 a.C. attraverso la tecnica al radiocarbonio 14 applicata ad un pezzo d'olivo seppellito nella lava. L'analisi in laboratorio è stata condotta da due diverse équipe, una danese e l'altra americana 11.Questa sensazionale scoperta, ed una precedente in cui un team danese, estraendo carote di ghiaccio in Groenlandia, scoprì uno strato di ceneri datato proprio intorno al 1650 a.C., sembrano proprio dare credito alla teoria di Burak Eldem, perché è chiaro me l'ultimo transito di Nibiru non può aver avuto effetti solo in terra d'Egitto.Del resto, lo stesso Sitchin ha detto anni fa in un'intervista televisiva che il periodo orbitale di Nibiru è pari a 3600 anni "roughly", cioè "approssimativamente" 12.Probabilmente Sitchin (la mia è soltanto una ipotesi) sa molto di più di quanto vuole fare intendere, come già sottolineato da Cristoforo Barbato nell'intervista da lui concessa, e a mio avviso lo studioso russo è evidentemente costretto alla prudenza (forse dal suo personale senso di responsabilità e da forze più grandi di lui) su certi aspetti del ritorno di Nibiru e sulla realtà degli Anunnaki.Il sigillo accadico al Museo di Stato di Berlino e l'astrofisico Carl SaganOra torniamo al sigillo accadico del III millennio a.C. conservato al Vorderasiatische Abrteilung del Museo di Stato di Berlino e di cui abbiamo discusso prima. È stato forse citato nella letteratura saggistica da qualcun altro prima di Sitchin, sempre in prospettiva paleoastronautica?Ebbene la risposta è sì.L'autore in questione, che ha anticipato l'orientalista Zecharia Sitchin di ben 10 anni, è un vero e proprio gigante della scienza astronomica statunitense e mondiale: l'astrofisico Carl Edward Sagan (New York, 1934 - Seattle, 1996), vincitore di un Premio Pulitzer, docente alla Cornell University e specialista in esobiologia e planetologia.Sagan, autore di diversi saggi e di più di 600 articoli a carattere scientifico, partecipò alle missioni della NASA Mariner e Viking, e giocò un ruolo di primo piano nelle missioni Pioneer 10-11 e Voyager 1-2. Il pubblico europeo lo ricorda soprattutto come autore del romanzo di fantascienza "Contact" (1985), trasposto cinematograficamente nell'omonimo film diretto da Robert Zemeckis (USA, 1997), ed interpretato da Jodie Fostet e Matthew McConaughey.Proprio nel suo primo saggio di divulgazione scientifica, scritto a due mani con l'astrofisico sovietico J.Š. Šklovskij, così il professore statunitense scriveva nel capitolo 33 a proposito degli antichi Sumeri e di un sigillo accadico (cioè assiro-babilonese):"Nell'illustrazione vediamo che il cerchio centrale è circondato da raggi e che può essere identificato molto chiardmente come un sole o una stella. Ma come dobbiamo interpretare gli altri oggetti che circondano ciascuna stella? È quanto meno un assunto naturale che rappresentino i pianeti [...]. Il sigillo cilindrico nell'illustrazione presenta, curiosamente, nove pianeti attorno al sole prominente in cielo (e leggermente più a destra, due pianeti minori) [...]" 13.La cosa davvero straordinaria è che Sagan non bolla il tutto come "l'inconscio degli uomini dell'antichità" (possibilità che rimane aperta, egli precisa). Egli conclude il suo discorso sulle civiltà mesopotamiche e sui loro miti dicendo: "Ma storie come la leggenda di Oannes e rappresentazioni specialmente delle civiltà più antiche comparse sulla Terra meritano uno studio critico molto più approfondito di quanto non si sia fatto sinora, e la possibilità di un contatto diretto con una civiltà extraterrestre dev'essere tenuta presente come una fra le molte possibili interpretazioni alternative." 14Sagan nel suo scritto di allora (1966) fa proprio riferimento al sigillo accadico VA/243 del Museo di Stato di Berlino.Per il lettore più scettico si raccomanda di consultare la pagina 325 del testo citato, ove la didascalia recita così: "Il sigillo si trovava prima della guerra [la seconda guerra mondiale] nella Vorderasiatische Abreilung der Staatlichen Museen a Berlino. (Riprodotto da H. Frankfort, Cylinder Seals, Macmillan, London, 1939)." 15Tale sigillo è diventato il punto archimedo delle tesi del sumerologo Sitchin al quale l'astrofisico statunitense sembra aver passato idealmente il testimone. Inoltre, proprio sulla copertina dell'edizione americana di "Contact" (1985) 16, lo scienziato statunitense si è fatto ritrarre appoggiato ad una parete mentre sullo sfondo è chiaramente visibile uno dei simboli di Nibiru: il globo alato, tramandato per secoli e secoli e presente un po' in tutto il Medioriente. Una foto davvero curiosa, come è curioso il fatto che nel disco fonografico di 12 pollici di rame e rivestito in oro, contenuto nelle sonde Voyager 1-2 della NASA e destinato ad un'ipotetica civiltà extraterrestre, sono incisi oltre ad immagini e suoni anche i saluti in 55 lingue diverse. Fra di esse la lingua sumera, accadica ed ittita. I saluti cominciano proprio con la lingua sumera, scelta appositamente dal team della NASA guidato allora da CarI Sagan.La Faccia di Cydonia: la tomba di Alalu, re di Nibiru esiliato su Marte?Richard C. Hoagland (USA, 1946) è stato consulente per la NASA (organizzatore di eventi mediatici al "Goddard Space Flight Center" nel Maryland 17), giornalista scientifico per la CBS e la NBC, direttore della rivista "Star & Sky", presentatore per la CNN e vincitore della Medaglia Angstrom. Egli è fra i più celebri e preparati ricercatori statunitensi di frontiera.Nel 1970 Hoagland, insieme ad Eric Burgess, ebbe l'idea di decorare la fiancata delle sonde spaziali Pioneer 10-11 con un messaggio ideografico per un'ipotetica civiltà extraterrestre, messaggio che poi è stato elaborato e realizzato da CarI Sagan e dal suo team della NASA. Inoltre Hoagland ha fondato il gruppo "Enterprise Mission" dedicato alla studio di ipotetiche strutture artificiali presenti soprattutto sulla superficie del Pianeta Rosso e, come si evince dal nome dell'associazione, essa è dedicata all'amico Gene Roddenberry, creatore della saga di Star Trek.Hoagland è un conferenziere straordinario che si dedica sin dal 1983 allo studio delle anomalie marziane rilevate fotograficamente dalle sonde americane. Nonostante egli abbia formulato talvolta alcune congetture pretestuose, ha avuto il grande merito di tenere desto l'interesse per l'esplorazione del Sistema Solare alla ricerca di manufatti alieni e di resistere anche al dispetto del rilascio da parte della NASA d'informazioni fotografiche alterate e ambigue. Infatti nel 1998 la NASA rilasciò alla stampa una foto della regione di Cydonia di Marte che deluse le aspettative di quanti chiedevano a gran voce un'immagine della cosiddetta "Faccia" con maggiore risoluzione (frames Viking Orbiter 1, n: 35A72 e 70A13, regione Cydonia Mensae, 41° lat. Nord, anno 1976), una montagna a forma di volto che sembrava guardare verso lo Spazio.L'immagine scattata dalla sonda "Mars Global Surveyor", subito soprannominata "Carbox picture" per la somiglianza ad una lettiera per gatto, mostrava una formazione orografica del paesaggio marziano molto lontana da quella ripresa dalle sonde Vlking nel 1976. In realtà la foto originale fu processata informaticamente in modo anomalo. Di questo Hoagland s'accorse subito e fu "irremovibile sull'esistenza del Volto" e liquidò le impressioni sulla nuova immagine come "stronzate" 18.Altri ricercatori, strenui difensori dell'esistenza di strutture artificiali marziane, come l'ingegnere Mark J. Carlotto 19 e Stanley C. McDaniel 20, inizialmente non compresero di essere stati depistati da un'immagine digitale non corrispondente alla realtà: essa aveva infatti perso molte caratteristiche prospettiche del rilievo marziano (mancava di contrasto e sembrava scavata). Tuttavia nuove immagini scattate nel 2001 dalla "Mars Global Surveyor" (MGS) e dalla "Mars Odyssey" del 2002, mostravano inequivocabilmente la "Faccia" su Marte con maggiori dettagli.Dunque un rilievo marziano a forma di volto è presente sulla superficie del Pianeta Rosso. Una volta supposta la sua origine artificiale, chi l'avrebbe scolpito e perché?Accantonato definitivamente lo storico e risibile commento della NASA del 1976 ("gioco di luci ed ombre"), a questa domanda forse proprio Zecharia Sitchin può darci una possibile risposta: nel suo libro intitolato "The Lost Book of ENKI" 21 racconta la storia degli Anunnaki sin dal loro primo sbarco sulla Terra. Sitchin, trascrivendo il testo delle tavolette dell'"Atra Hasis" 22, menziona proprio una "grande montagna rocciosa" su Marte che fu scolpita "con i raggi" per ricordare "l'immagine di Alalu" 23, monarca di Nibiru deposto dai suoi sudditi e morto in esilio proprio sul Pianeta Rosso.Il testo di Sitchin, pubblicato negli Stati Uniti per la prima volta nel 2002, è tuttavia una mera traduzione dell'antico testo mesopotamico e non acclude alcun commento dell'orientalista russo.L'unica osservazione di Sitchin in proposito che ho trovato è riportata nel suo libro "L'altra genesi", alle pagine 301 e 302 dell'edizione italiana Piemme, ma allude ad alcune analogie con la piana di Giza in terra egiziana e non parla di una possibile connessione con la tomba del re di Nibiru di cui tratta la Quarta Tavoletta riportata ne "Il Libro perduto del dio Enki" (Piemme).Sitchin comunque conosce il lavoro del gruppo "Enterprise Mission" di Hoagland, tant'è vero che così si esprime: "Anche se Hoagland fu attento a non sbilanciarsi, dedicò numerose pagine ai miei scritti nel suo libro "The Monuments of Mars" e alle prove sumere relative agli Anunnaki." 24Origine ed abitabilità di NibiruQuale potrebbe essere l'origine di questo probabile decimo membro del Sistema Solare (il Pianeta X)? Secondo gli antichi testi mesopotarnici esso è originario dello spazio profondo.Chiediamoci: è verosimile che un pianeta possa essere espulso dal suo alveo celeste originario, vagare nel cosmo ed infine essere catturato dal campo gravitazionale di una stella vicina?Perché no?li Sole ha nelle sue immediate vicinanze il sistema stellare del Centauro (circa 4,3 anni luce) e il sistema stellare di Sirio: il primo un sistema triplo, mentre il secondo un sistema stellare binario. Ebbene, la compagna di Sirio (Sirio era conosciuta anche come Sothis ed è la brillante stella della costellazione del Cane molto venerata in antichità, a circa 8,7 anni luce di distanza da noi) è una stella nana bianca, incredibilmente già nota nei secoli passati al popolo dei Dogon del Mali.Una nana bianca è lo stadio finale di una stella che è passata attraverso la fase di gigante rossa. Non sostiene reazioni nucleari ed è destinata a raffreddarsi progressivamente diventando una nana nera.Un'altra nana bianca è la compagna della stella Procione, ad 11 anni luce dal Sole nella costellazione del Cane Minore.Anche il nostro Sole, al termine .del suo ciclo, diverrà una gigante rossa che probabilmente vaporizzerà Mercurio e Venere e renderà la Terra un deserto sterile privandola della sua atrnosfera.Cosa accadrà agli altri pianeti? E se essi, e la Terra, subissero anche uno spostamento orbitale nel momento in cui il Sole diventerà una nana bianca espellendo la sua materia nello spazio?Se Nibiru apparteneva ad un altro sistema stellare (come quello di Sirio, per esempio) potrebbe essere stato espulso dalla sua orbita con un meccanismo simile ma molto più violento, e catturato dopo centinaia di migliaia di anni dal campo gravitazionale del Sole.Robertino Solarion 25, che ha sviluppato le idee di lmmanuel Velikovsky, Zecharia Sitchin e RA. Boulay, sostiene proprio che un pianeta del Sistema stellare di Sirio (all'incirca della dimensione di Nettuno) fu proiettato al di fuori della sua orbita verso la nostra direzione, finché il Sole lo catturò costringendolo ad un orbita cometaria.Ma può la vita sopravvivere su un pianeta orfano del calore e della luce della sua stella?Intanto di quasi certo c'è che la sonda Cassini (missione spaziale NASA-ESA) ha individuato geyser di acqua nel polo Sud di Enceladus, una delle lune di Saturno 26.Questo presuppone l'esistenza di acqua liquida in profondità, almeno così pensa la dottoressa Carolyn Porco, responsabile del CICLOPS (Cassini Imaging Central Laboratory for Operations).Carolyn Porco parla di criovulcanisrno, una forma di vulcanisrno freddo, responsabile dei getti d'acqua. Anche la sola presenza di nuclei radioattivi irradianti calore dal nucleo porrebbe sostenere l'ipotesi di energia endogena, senza tirare in ballo le forze mareali di attrito indotte da Saturno.A proposito del calore interno di un pianeta solitario, così si esprime Martin Rees, asrrofisico di fama internazionale e professore emerito alla Cambridge University: "Forse la vira può svilupparsi e prosperare perfino su un pianeta scagliato nella gelida oscurità dello spazio interstellare, la cui principale fonte di calore è la radioattività interna, cioè lo stesso processo che scalda il centro della Terra." 27Le ricerche di R.S. Harrington sul Pianeta XTom Van Vlandern lavorò con il collega astronomo Robert Sutton Harrington (Newpon News, VA, 21 ottobre 1942 - 23 gennaio 1993) allo "US. Naval Observatory" a Washington, e proprio Van Vlandern persuase Harrington dell'esistenza del Pianeta X.Ufficialmente Harrington mori di cancro esofageo ma, oltre alla emblematica risposta di Sitchin con tanto di reticenza finale (vedi la risposta alla domanda n. 5 dell'intervista), ho trovato un'incongruenza fra l'attività lavorativa finale di Harrington e le sue note biografiche presenti sul sito ufficiale del "US. Naval Observatory" a cura di un suo collega: Charles E. Worley, del Dipartimento di Astrometria dello "U S. Naval Observatory". Ad un certo punto Worley dice che sul finire della sua carriera Harrington sembrava "quite skeptical" sull'esistenza del Pianeta X, cioè "piuttosto scettico". 28Ora, chi ha potuto vedere la video-intervista di Sitchin ad Harrington (1990) e leggere l'ultimo scritto scientifico dello scienziato sul Pianeta X (1991), s'accorgerà che in proposito l'astronomo statunitense era tutt'altro che scettico negli ultimi anni della sua vita e dunque l'affermazione di Worley è quanto meno sospetta, quasi fosse stata concepita ad hoc per confondere le acque e ridimensionare la questione del Decimo Pianeta del Sistema Solare.Del resto, i significativi puntini di sospensione di Sitchin (l'intervista concessa ad "UFO Notiziario" è per iscritto) sono stati apposti dallo storico russo e non sono frutto di un editing a posteriori. Chi ha orecchie per intendere intenda.Concludiamo la nostra introduzione (lunga ma doverosa) all'intervista a Zecharia Sitchin accennando ad un misterioso cartello pubblicitario fotografato in una strada di Mosca ed apparso nell'ottobre 2001. Ne ignoriamo sia la finalità sia l'autore, ma la scritta in russo è chiara: significa "sta arrivando un nuovo pianeta".Le parole in cirillico campeggiano su un disegno del Sole e di un planetoide rosso scuro. Un avvertimento sibillino ma di rapida veicolazione fra la gente?Non lo sappiamo, ma non ci stupirebbe se qualcuno "ai piani alti" volesse informare attraverso canali non ufficiali di una realtà scomoda e potenzialmente destabilizzante.L'intervista a Zecharia Sitchin, presente sulla rivista, non è qui riproducibile; verrà inserita dall'autore Luca Scantamburlo nel suo prossimo saggio, dal titolo "The American Armageddon", l'uscita del quale verrà segnalata in questa pagina (nota di Edicolaweb).Note:1. Basti ricordare che oltre alle tavolette d'argilla tradotte da Sitchin, esistono i racconti tramandati dal sacerdote egizio Manetone e dal cronista e sacerdote babilonese Beroso (III sec. a.C.). Quest'ultimo attesta la presenza di Oannes, dio-pesce che secondo la tradizione era solito uscire dalle acque per dare la conoscenza alla genti mesopotamiche. In proposito ha già svolto delle ottime ricerche il prof. Solas Boncompagni, socio emerito del Centro Ufologico Nazionale ed esperto di clipeologia.2. Giorgio Pattera si è interessato anche della presunta sonda spaziale l classificata chiamata Siloe, appartenente all'omonima missione spaziale che, stando alle prove ed alle testimonianze emerse recentemente, sembra sia stata segretamente organizzata dal Vaticano durante i primi anni '90 (vedi: l'articolo di Pattera "Siloe, un inviato molto speciale").3. Ecco l'incipit dell'articolo originale, a firma di Hugh McCann: "If new evidence .from the U S. Naval Observatory of a 10th planet in the solar system is correct, it could prove that the Sumerians, an ancient eastern Mediterranean civilization, were far ahead of modern man in astronomy."4. "L'altra genesi" di Z. Sitchin, pagg. 368-369, Piemme, 2006. Prima edizione in inglese nel 1991, con il titolo "Genesis Revisited".5. Altri autori lo datano 2400 a.C..6. L.W. King lo intitolò "Le sette tavole della creazione", in inglese "The Seven Tablets of Creation", di L.W. King, 1902. Altro importante testo mesopotamico è frammento K3558, radotto da Charles Virolleaud.7. "a literary earthquake", 1950, NYT.8. "Mondi in collisione", di Immanuel VeIikovsky, Garzanti, Milano, 1955, pag. 76.9. "Il pianeta degli dei", di Z. Sitchin, ed. Piemme, I edizione 1998, pag. 233.10. Burak Eldem è autore del libro "2012: Rendez-vous With Marduk", non ancora tradotto in italiano, nel quale il giornalista turco propone un'affascinante interpretazione del cosiddetto "Numero della Bestia", citato nell'Apocalisse della Bibbia: il 666 non sarebbe altro che un codice cifrato per indicate il periodo orbitale di Nibiru, pari a 3661 anni terrestri. Il 666 rappresenterebbe la somma di tre potenze avente per base il numero sessanta (ricordare il sistema sessagesimale di origine mesopotamica): 602 + 601 + 600 = 3661.11. "Un .frammento di olivo riscrive il tramonto della civiltà del Minotauro", a firma di Ida Molinari, "La Stampa", inserto tutto Scienzetecnologia, mercoledì 24 maggio 2006, pag. 4.12. "SkySpyTV"; intervista in inglese a Zecharia Zitchin, Olanda.13. "La vita intelligente nell'universo", di Carl Sagan e J.Š. Šklovskij, I edizione italiana nov. 1980, Feltrinelli, pag. 324 (I edizione americana: "The Intelligent Life in the Universe", Holden-Day Inc., 1966, USA).14. Ibidem, pag. 324.15. Ibidem, pag. 324.16. Vedi in proposito l'ottimo servizio di Massimo Barbetta per "Archeomisteri", n. 23, Sett./Ott. 2005, pag. 62.17. Fonte: "Il complotto stargate", di Lynn Picknett e Clive Prince, Sperling & Kupfer editori, Milano, 2002, pag. 96.18. Ibidem, pag. 104.19. Vedi l'articolo scientifico di Carlotto apparso su "Applied Optics", Stati Uniti, maggio 1988.20. "The McDaniel Report", 1993. li titolo originale è molto più lungo: "The McDaniel Report: On the Failure of Executive, Congressional and Scientific Responsibility in Investigating Possible Evidence of Artificial Structures on the Surface of Mars and in Setting Mission Priorities for NASA's Mars Exploration Program". North Atlantic Books: Berkeley.21. "Il libro perduto del dio Enki", di Zecharia Sitchin, Ed. Piemme, 2004, Casale Monferrato (AL).22. Testo ricostruito da W:G. Lambert e A.R. Millard: "Atra-Hasis, the Babylonian Story of the Flood", 1970, citato nel Saggio "Il codice del cosmo", di Zecharia Sitchin, Ed. Piemme, pag. 61 edizioni Piemme Pocket 2006 ("The Cosmic Code", 1998). Che l'"Atra Hasis" sia la fonte del "Libro perduto di Enki" è una mia supposizione da verificare, in quanto Sitchin non esplicita a quali tavolette antiche abbia fatto riferimento.23. Ibidem, Quarta Tavoletta, pag. 113.24. "L'altra genesi", di Zecharia Sitchin, Piemme, 2006, pag. 297. Le pagine scritte da Hoagland a cui si riferisce Sitchin sono le 285, 289-301 del volume "The Monuments of Mars", di Richard Hoagland, Frog, Ltd. Berkely; California, 5th Edition, 2001 (1st Edition 1987), testo non ancora edito in Italia.25. "Planet X Nibiru: 'Slow Motion Doomsday", di Rob Solarion, Dust Jacket.26. "Acqua liquida sotto la superficie di Enceladus?", articolo a firma di Francesco Berengo, rivista d'astronomia "Coelum", maggio 2006, pagg. 34-37.27. "Il secolo finale", di Marrin Rees, Oscar saggi Mondadori, 2005, pag. 172.28. "[...] Considerations on the stability of the solar system led Bob to col!aborate with T.C. Van Flandern in studies of the dynamical evolution of its satellites, and to an eventual search for 'Planet X', conjectured to lie beyond Pluto and to be responsible for small, unexplained, residuals in the orbits of Uranus and Neptune. Late in his career Bob seemed quite skeptical of such an object, however." Fonte: ad.usno.navy.mil.


INTERVISTA ALL'ASTROFISICO JAMES MCCANNEY

Quello che nasconde la NASA - Stralcio dell’intervista all’astrofisico James M. McCanney Tratto da «Nexus» ed. italiana nr. 51 - Rick Martin, The SPECTRUM

Rick Martin: «Ha qualche idea o informazione riguardo a chi, specificamente all’interno della NASA, sta dietro le quinte di questa sorta di diabolica soppressione di conoscenze? McCanney: «Sì la vicenda è molto chiara. Ne sono a conoscenza da molto tempo, si tratta del controllo dello spazio». Martin: «Ce ne può parlare?» McCanney: «Certamente. La NASA è costituita da un gruppo di scienziati. Questo è il modo in cui la intendiamo: ingegneri che costruiscono velivoli spaziali e cose del genere. La NASA è di proprietà ed è gestita dalla NSA (National Security Agency). Al di sopra della NASA vi è un livello che la controlla. Daniel Goldin, che entrò a far parte della NASA negli anni ’90, proveniva dalla CIA ed il suo lavoro fu quello di secretare o mettere il coperchio sulla NASA; una volta arrivato la prima cosa che fece fu di firmare a tutti coloro che – a tutti i livelli – lavoravano per l’ente un accordo NSA per la non divulgazione di notizie. La NSA è parte integrante del governo di sorveglianza già attivo. Il Governo Mondiale Unico è già in carica ed è intorno ad esso che ruota tutto quello che accade attualmente». Martin: «Dietro questo ci sono i Gesuiti? McCanney: «Gesuiti? [Ride]. Il Vaticano ha un ruolo di primo piano nel governo mondiale e ne fa parte, ma non rappresenta l’intero quadro. Si tratta piuttosto di una situazione planetaria, nella quale sono implicate centinaia di famiglie, famiglie assai facoltose, presenti in ogni paese del mondo; esse controllano la politica, l’economia e la finanza. Quindi si tratta di una vasta rete di personaggi di questo tipo». Martin: «Stavo per menzionare i nazisti; è questo il punto a cui volevo arrivare con la mia domanda originaria» McCanney: «Sì. Molti personaggi dell’amministrazione Bush sono diretti discendenti, di nazisti oppure di coloro che hanno contribuito a finanziarli. Costoro, ovviamente, hanno ben compreso che lo spazio rappresenta l’ultima frontiera in quanto a risorse, ed averne il controllo è essenziale per tutto quello che stanno facendo. E’ l’ultima frontiera». Martin: «Quali preoccupazioni desta alla NASA il “Decimo Pianeta”? Ha a che fare con la civiltà sumera e gli Annunaki? Oppure si tratta di qualcos’altro?» McCanney: «Non direi, ma la nozione che esiste questo “Grande Oggetto” che si presenta con regolarità è antica. Ciò rientra nei massimi livelli di segretezza in molti di questi gruppi, fra cui il Vaticano. Intendo dire che la prima cosa che ha fatto il Vaticano quando si è manifestata Hale-Bopp è stata quella di costruire in Arizona un osservatorio di classe mondiale e di riempirlo di astronomi. Perbacco, chissà perché? Poi ne hanno un secondo. Ma quello che è interessante è accaduto dopo che Hale-Bopp è passata – perché pensavano che fosse quella il “Pezzo Grosso”.Torniamo al 1991. Hale-Bopp fu scoperta ufficialmente nel 1995 da Alan Hale in New Messico e da Bopp, il giapponese; vi si imbatterono entrambi la stessa notte e quindi la cometa prese il nome dall’uno e dall’altro. (…) Nel 1991 Harrington vide due cose: Hale-Bopp e, dietro di essa, qualcosa di molto più grande. Era il Decimo Pianeta. Questa è la mia convinzione allo stato attuale delle cose. Nel 1991 Hale-Bopp seguiva una traiettoria di collisione quasi diretta con la Terra; con un paio di fotografie fu possibile tracciare l’orbita, che era appunto di quasi-collisione col nostro pianeta.» (…) Ciò che accadde molto tempo fa è…è che si trattava di una delle compagne di Nibiru che devastò la Terra.Martin: «Una compagna?» McCanney: «Una compagna. Quella che diventò Venere. Velikovsky aveva perfettamente ragione sul fatto che Venere fosse un’enorme cometa che attraversava il sistema solare e, dal momento in cui fu catturata da Giove sino a quello in cui trovò la Terra sulla sua strada, impiegò circa 600 anni, per poi diventare il pianeta che tutti noi conosciamo. Quindi in origine quello che accadde fu che Hal-Bopp si trovava circa 4200 anni fa, lo stesso periodo in cui Venere fu catturata da Giove; erano letteralmente delle compagne più piccole di Nibiru. Questo è il motivo per cui non volevano che nessuno venisse a conoscenza della compagna, perché sapeva che era in rotta di collisione con la Terra e che fu la compagna di quella più grande a causare il problema. Quello che tuttavia non compresero fu che Hale-Bopp era, letteralmente, essa stessa una delle compagne. Ora, quando il distruttore, il “Pezzo Grosso”, Nibiru, arriva, porta con sé un intero sciame di questi corpi». Martin: «Presumo che la cometa NEAT, sia uno di questi» McCanney: «Questo è il punto; quando, alcune settimane fa, siamo stati tempestati da tutte queste comete e loro non hanno mai annunciato la Cometa NEAT, C-2002/VI. Chiaramente tutta questa roba sta arrivando dall’emisfero Sud. Poi naturalmente, per i motivi chi ho citato, Harrington sapeva molto bene dove si trovava; stava “tirando giù” i pianeti Urano e Nettuno. E’ interessante notare che quando la vicenda di Harrington venne a galla, il governo cercò di rilasciare una dichiarazione servendosi di alcuni di quegli astronomi che parlano alla radio, i ragazzi della disinformazione, che se ne vennero fuori con una storiella: “Oh, bé, abbiamo corretto le masse di questi pianeti in virtù di nuove informazioni, risolvendo così il problema”. Eh no, quando si vedono i pianeti “tirati giù” non si corregge un accidente; questo correggerebbe le cose solo sul piano dei pianeti. Nel 1991 quest’oggetto era abbastanza grande da trascinare Urano e Nettuno fuori dalle loro orbite. Questo è l’ordine di grandezza di questo corpo!Quindi, capirà le preoccupazioni riguardanti la compagnia, dal momento che loro sanno, così come lo sa il Vaticano, che l’ultima volta fu proprio quest’ultima a provocare danni; l’unico problema è che la compagnia è poi diventata il pianeta Venere. Quello che non capiscono è che risulta davvero difficile estrapolare le orbite di questi corpi, e alla NASA lo stanno imparando nel modo più gravoso. Non riuscivano a seguire la traiettoria della Cometa Hale-Bopp; cambiava quotidianamente. Questa era una delle cose che facevamo nell’ambito di The Milllennium Group: tracciare il quotidiano cambiamento della sua orbita sulle pagine governative delle effemeridi».Martin: «La Cometa NEAT è stata una sorpresa? E’ sbucata fuori dal nulla o se l’aspettavano? McCanney: «No. La Cometa NEAT è un altro nucleo assai grande; di dimensioni planetarie – probabilmente pari a quelle della nostra Luna, probabilmente maggiori. La NASA sapeva che stava arrivando, con tutta probabilità la notarono anni fa, come elemento dello stuolo di oggetti in arrivo – a cui penso come oggetti che giungono come parte dello sciame del Decimo Pianeta. Volevano che nessuno ne sapesse alcunché, per il semplice motivo che stava giungendo proprio nei paraggi del Sole e che era di grandi dimensioni. Probabilmente non si aspettavano che diventasse così luminosa come in effetti divenne tuttavia, mentre passava, fu letteralmente visibile nel cielo diurno, proprio vicino al Sole – per un periodo di 12 ore circa».

Zecharia Sitchin è autore di vari testi di archeologia e paleoastronautica. Ha acquistato una conoscenza profonda dell' ebreo moderno ed antico, di lingue semitiche, del vecchio testamento, della storia e dell'archeologia del Medio Oriente. È uno dei pochi eruditi che può leggere e capire il sumero. Sitchin si è laureato all''università di Londra e grosso conoscitore di storia economica.
Giornalista in Israeleper molti anni, ora vive e scrive a New York. I suoi libri sono stati ampiamente tradotti persino in Braille per i ciechi e sono stati discussi e recensiti su radio e televisioni di tutto il mondo. La storia della Terra per Sitchin dev' essere reinterpretata facendo ricorso per le tappe più antiche anche alla mitologia da cui è possibile riprendere memorie antiche. La Bibbia deve essere letta letteralmente come documento di "storia scientifica" così come le civilizzazioni antiche, più vecchie e più grandi di quanto è stato presupposto. Anche il prodotto di conoscenza portato a terra dagli Anunnaki, "coloro che da cielo a terra sono venuti... "deve essere riesaminato... in quanto la scienza moderna continuerà a confermare la conoscenza antica. A proposito di un pianeta X nel sistema solare fino ad oggi sconosciuto Sitchin dice: "Nel primo libro biblico si fa accenna a un dodicesimo pianeta e si riferisce alla probabilità che ci è un nuovo pianeta nel nostro sistema solare. Quel numero si raggiunge contando il sole, la luna e dieci pianeti e non i nove che conosciamo. Quella gente (Anunnaki) è venuta da quel pianeta sulla Terra quasi mezzo milione di anni fa ed ha fatto molte delle cose che abbiamo letto nella Bibbia, nel libro della genesi. Ma quello non era il mio punto di partenza affatto. Il mio punto di partenza era, andando indietro alla mia infanzia ed ai giorni di scuola: l' enigma era chi chi erano i Nefilim, che sono accennati nella genesi, capitolo sei, come i figli degli dei che hanno sposato le figlie dell'uomo nei giorni prima dell'inondazione grande, il diluvio. La parola Nefilim è comunemente o indica "giganti" e quelli erano i giorni in cui c'erano giganti sulla terra. Ho messo in discussione questa interpretazione come bambino alla scuola e sono stato rimproverato per esso perché l'insegnante ha detto che "non si può interrogare la Bibbia. " Ma non ho interrogato la bibbia, io ho messo in discussione un'interpretazione che mi è ha sembrato inesatta, perché la parola, Nefilim, il nome di quegli esseri straordinari, "i figli degli dei " come sono conosciuti, vuol dire, letteralmente, "coloro che scesero in Terra dal cielo. " D: Dalla parola ebraica Nafal, che significa "la caduta " ZS: La caduta, la discesa. Così, che cosa ha significato? Ciò mi ha condotto a studi biblici, alla mitologia, archeologia ed allo studio sui linguaggi antichi. Così, la mia ricerca e la mia decisione di scrivere a questo proposito cominciarono con una domanda: " chi erano il Nefilim?" Tutti gli scritti antichi, la Bibbia, i miti greci, il mito egiziano ed i testi, i testi delle Piramide, tutto, hanno condotto ai Sumeri, civiltà di circa sei mila anni fa. Ho messo a fuoco i Sumeri, la sorgente delle leggende, miti, testi ed informazioni. Ho imparato a leggere i testi sumerici cuneiformi e le citazioni sulle ripetute venute di quegli esseri, che i Sumeri chiamavano Anunnaki, e che vennero sulla Terra da un pianeta chiamato Nibiru. Il pianeta è stato indicato dal segno della traversa e Nibiru significa "pianeta dell'incrocio. " La domanda si è così spostata da chi erano il Nefilim e gli Anunnaki, a che pianeta è Nibiru? Dovetti così documentarmi di astronomia ed ho dovuto imparare abbastanza per occuparmi dell'oggetto. Ho trovato che verso l'esterno il parere degli studiosi è stato diviso. Alcuni hanno detto che Nibiru fosse in realtà Marte, che naturalmente è stato descritto e conosciuto dagli antichi popoli; altri sostengono che si trattasse di Giove. Coloro che hanno detto che era Giove e non Marte, hanno proposto molti argomenti così come i sostenitore dell'ipotesi Marte. Potendo andare direttamente alle sorgenti antiche e agli scritti cuneiformi, mi sembra che nessuno di questi signori convinca perché la descrizione di Nibiru e della relativa posizione quando avvicina il sole indica che non potrebbe trattarsi nè di Marte nè di Giove.Ed allora una notte mi sono svegliato con la risposta: Naturalmente, è un nuovo pianeta che viene periodicamente fra Marte e Giove; è a volte più vicino a Marte ed a volte più vicino a Giove, ma ad esso non è Marte o Giove. Una volta che mi resi conto che questa era la risposta tutto è andato a posto. Gli Anunnaki, che erano le loro guide, hanno stabilito nell'area del Golfo Persico la loro prima base! I Sumeri avevano una conoscenza immensa. Conoscevano Urano e Nettuno e li hanno descritti ed hanno saputo di Plutone . Erano competenti nella matematica e, per molti aspetti, nella conoscenza dei tempi passati. La scoperta di un nuovo pianeta nel sistema solare non era come quella di Plutone nel 1930 (del quale i Sumeri sapevano già sei mila anni fa). Plutone fu una scoperta astronomica molto interessante; i manuali hanno dovuto essere modificati. Ma alla persona media, l'uomo della strada, realmente non ha fatto alcuna differenza. Nibiru, d' altra parte è una storia differente. Se Nibiru esiste (e questo è il pianeta che gli astronomi al giorno d'oggi chiamano il pianeta X) allora gli Anunnaki esistono. Così l'esistenza di Nibiru non è solo un nuovo globo nel nostro sistema solare. E' differente, perché se Nibiru esiste e gli Anunnaki esistono, allora il calcolo sumerico che il pianeta ritorni in nostra vicinanza ogni 3.600 anni, può significare che tale popolo nel passato ci ha dato la civilizzazione e allora noi non saremmo soli ed esiste una civiltà più avanzata che noi nel nostro sistema solare. D: Che cosa accadrà la prossima volta che Nibiru si avvicinerà? ZS: Chissà cosa penseranno di noi quando ritorneranno. La loro volontà potrebbe decidere di darci più conoscenza ancora e un avanzamento tecnico e maggiore civilizzazione, o pensare che siamo buoni, come accaduto al momento del diluvio o decidere di eliminarci!? Così, il primo libro, pone il fondamento e descrive le conoscenze sumere e si conclude con l'esistenza di un nuovo pianeta. D: Ed il secondo libro, e i seguenti? ZS: Il secondo libro doveva riguardare la ricerca dell'uomo per immortalità. E i legami con il Sinai e le sue aree di atterraggio ed il il ruolo di Gerusalemme Il terzo libro, le guerre degli dei e degli uomini; continua la storia e mostra che cosa è accaduto dopo Kingship quando una nuova fase di civilizzazione, è stata data all'umanità. Occupandosi del conflitto cominciato con la rivalità fra due mezzi fratelli, Enlil ed Enki, collega come questo conflitto è continuato anche fra i loro figli e nipoti, conducendoli alla guerra reale. E il libro si occupa della morale e della teologia. Il libro quattro, i regni perduti, è il racconto dei popoli dell' America. Che cosa c'era non nel periodo pre-Colombiano ma quattro, cinque mila anni fa? Che era prima di Incas, Maya, Aztechi. Chi viveva realmente in America e come costruivano gli incredibili megaliti? Per che cosa, come mai e da chi? Le tradizioni perdute di regni che fanno parte della e che sono venuti a contatto con gli Anunnaki . Il libro cinque, la genesi rivisitata è stato scritto perché durante i quindici anni da quando il primo libro è stato pubblicato,ci sono stati molti avanzamenti scientifici, particolarmente nell'astronomia ed in tutti i campi come la geologia, la biologia con la scoperta di DNA, la capacità di creare i bambini in provetta, le scoperte sull'origine dei linguaggi antichi. Tali scoperte hanno confermato che cosa i Sumeri avevano conosciuto ed avevano scritto e tutto ciò completamente aveva confermato che cosa avevo detto nel mio primo libro. Ed ogni volta che avveniva una tale scoperta io saltavo letteralmente dalla sedia esclamando: "Mio Dio, questo è esattamente ciò che i Sumeri hanno detto sei mila anni fa! " Se leggete la pagina relativa al dodicesimo pianeta, vedrete che si cita un testo sumero che dice esattamente come Adam, il primo Homo sapiens, sia stato creato con un processo che oggi noi chiamiamo "in provetta". Quindi il sottotitolo di "La genesi rivisitata" è la scienza moderna che aggiorna la conoscenza antica? Così, questa è una revisione dei cinque libri.

giovedì 31 dicembre 2009

I TESCHI DI CRISTALLO

I TESCHI DI CRISTALLO

Un’antica leggenda maya narra che nel mondo esistono 13 teschi di cristallo a grandezza naturale e in essi sono contenute misteriose informazioni sull’origine, gli scopi e il destino del genere umano. Quando i 13 teschi saranno riuniti essi ricominceranno a trasmettere la loro conoscenza all’uomo, a patto che l’umanità sia evoluta ed integra. I teschi di cristallo sono oggetti di splendida fattura, solitamente realizzati in cristallo di rocca. Attualmente, in musei e collezioni private, esistono numerosi esemplari, generalmente rinvenuti in sepolture dell’America Centrale.Ce ne sono di piccolissimi e di giganteschi, passando attraverso taglie intermedie. I più interessanti sono quelli a grandezza naturale e di origine antica, cioé rinvenuti nel corso di scavi archeologici. Dei circa 50 teschi antichi esistenti nel mondo, almeno una dozzina sono a grandezza naturale.

L’esemplare più famoso in assoluto è il teschio di Mitchell-Hedges. E’ stato ricavato da un’unico blocco di cristallo di rocca purissimo e riproduce fedelmente la forma di un cranio umano. A trovarlo fu Anna, la figlia dell’esploratore Mike Mitchell-Hedges, nel 1924, nel corso di una spedizione alla ricera di Atlantide. Seguendo le indicazioni degli indigeni, Mike trascorse vari anni nello Yucatàn, dove scoprì le rovine di un’antica città Maya, Lubaantum, miracolosamente risparmiata dalla devastazione degli spagnoli di Cortés. Nel corso degli scavi e sotto l’altare di un tempio, Anna rinvenne il teschio di cristallo e successivamente la mandibola inferiore mobile. Alla vista dell’oggetto i 300 indios che lavoravano negli scavi si inginocchiarono e pregarono, perché riconobbero nel teschio il loro dio della guerra e della morte. Per realizzare a mano (levigando il cristallo con la sabbia) il teschio di Mitchell-Hedges occorrerebbero 300 anni di lavoro ininterrotto di abilissimi artigiani-artisti. Il teschio è realizzato in modo da convogliare la luce nelle orbite oculari, da cui il sinistro effetto dello sguardo ipnotizzante. E’ stato ipotizzato che nel corso di suggestive cerimonie precolombiane, all’alba e al tramonto dell’equinozio e del solstizio, la luce solare raggiungesse il teschio di cristallo issato sulla cima dell’asta sacerdotale fuoriuscendo dagli occhi ad indicare, in ogni luogo sacro, l’avvento dell’anno nuovo. Oggi alcuni nativi americani usano i teschi di cristallo in cerimonie atte ad entrare in altre dimensioni. L’esemplare di Mitchell-Hedges è stato sottoposto ad indagini comparate da parte dell’antropologo G. M. Morant, insieme al teschio più simile di cui si abbia notizia, quello custodito al British Museum dal 1898. L’esemplare inglese, realizzato in un unico blocco è anatomicamente meno perfetto e più approssimativo del teschio di Mitchell-Hedges ed è stato catalogato dal Museo come di “probabile” origine messicana ed “incerta” datazione. Morant esaminò i due esemplari e dedusse che entrambi rappresentavano il cranio di una donna, constatò la fattura più grossolana e approssimativa del teschio inglese ma, sovrapponendone le fotografie realizzò che le curvature esterne dei lineamenti erano praticamente identiche. Risultava quindi probabile che l’esemplare di Mitchell-Hedges fosse il più antico, eventualmente utilizzato come modello per realizzare il teschio inglese. Datare questi reperti è impresa assai difficile, perché non sono sottoponibili al test del carbonio 14. Si può solo analizzare la provenienza del materiale e provare a rilevare al microscopio le tracce lasciate dal processo di molatura. Nel 1964 Anna Mitchell-Hedges fece effettuare una serie di esami sul teschio, studi che durarono 6 anni e conclusero che l’oggetto era ricavato da un unico blocco di cristallo, lavorato interamente a mano. Quel tipo di cristallo si trova in Brasile, in Madagascar, nell’ex URSS e in California, presso la Calveras Country (curioso è che la parola calvera sia l’equivalente messicano per teschio). Nel 1995 al British Museum di Londra furono effettuati altri esami comparati fra il teschio del museo, l’esemplare dell’istituto Smithsonian (teschio gigantesco donato da un anonimo), l’esemplare Sha Na Ra (trovato nel Messico centrale), l’esemplare Max donato ai coinugi Parks da un guaritore tibetano e una coppa in cristallo di rocca di sicura origine precolombiana, trovata da una spedizione archeologica in una tomba mixteca intatta sul Monte Alban. Le analisi rivelarono che la coppa era lavorata a mano, mentre il teschio inglese e l’esemplare smithsoniano presentavano tracce di lavorazione meccanica. Alcuni hanno voluto dedurre che tutti i teschi di cristallo sono stati realizzati in Germania alla fine del secolo scorso, altri, più semplicemente, si limitano a dire che questi oggetti rimangono misteriosi, anche quelli su cui sono state riscontrate tracce di lavorazione meccanica; non sappiamo, infatti, se vi fu una civiltà sconosciuta dotata, nella notte dei tempi, della tecnologia necessaria per lavorare meccanicamente il cristallo. Non possiamo sapere se questi oggetti provengano da Atlantide o dagli extraterrestri-dei o da una superiore civiltà ancestrale, che li usava per incrementare le facoltà extrasensoriali oggi perdute. I teschi di cristallo sono un enigma sia nella lavorazione che nel significato. Essi provocano, su chi li osserva, singolari reazioni: panico, strane voci, ipnosi, sicurezza, aumento di facoltà telepatiche e poteri magici. Il cristallo, dotato di proprietà piezoelettriche (genera elettricità se sottoposto a sollecitazioni meccaniche) ampiamente usate dalla nostra tecnologia, compare nella tradizione esoterica come un classico strumento di divinazione (cristallomanzia) e di amplificazione delle facoltà paranormali (cristalloscopia); il cristallo di rocca avrebbe la proprietà magica di assorbire energie negative e rilasciare quelle positive, nonché di trasmettere l’energia cosmica alla terra e porre questa in contatto con lo spirito del Creatore. Questi raffinati simulacri di crani umani, venerati e temuti come divinità, devono aver avuto un significato ben preciso. Il cranio umano è stato nei secoli e nei millenni uno speciale oggetto rituale e di culto nelle civiltà delle Americhe, dell’Asia (in Tibet in particolare) e dell’Europa dei Celti (Italia compresa). Anche l’Ordine dei Templari pare includesse nei propri rituali esoterici l’uso di crani umani ingioiellati e teschi di cristallo. I teschi furono usati praticamente in tutto il mondo come calici, simulacri di divinità, di morte, di potere, di saggezza o di potenza sessuale. Jon Ropper (“Il segreto dei teschi di cristallo”, ed. Piemme) ipotizza che questo tipo di culto-rituale connesso col teschio discenda direttamente dalla preistoria, da quando l’uomo primitivo praticava il cannibalismo rituale, con particolare riferimento a cibarsi del cervello (pratica ancora oggi in uso in alcune parti del mondo, come la Nuova Guinea). In un passato remoto l’uomo scimmia scoprì che divorare il cervello fresco dei suoi simili accresceva i suoi impulsi sessuali e la sua intelligenza. Era una sorta di droga preistorica. Le specie cannibali dell’uomo-scimmia ebbero la meglio su quelle non cannibali, proprio grazie al “vantaggio” intellettuale e sessuale così ottenuto. E’ provato che cibarsi di cervello di scimmia fresco (pratica in uso fino al 1979 ad Hong Kong) aumenta sensibilmente l’attività cerebrale e gli stimoli sessuali. Il protrarsi nei secoli del cannibalismo produsse gradatamente modificazioni biologiche permanenti, il cervello, iperalimentato artificialmente, crebbe più in fretta della scatola cranica, la pressione dentro il cranio causò un “tilt cerebrale” e l’uomo perse una serie di funzionalità proprie dell’intelligenza animale. Questo sarebbe quindi il “peccato originale” redento dal Cristo, crocifisso sul Monte Golgota (“luogo del cranio” ove era custodito il teschio di Adamo) affinché il Suo sangue lavasse quel tremendo peccato commesso dal primo uomo-cannibale. Il teschio è simbolo del bene e del male, dell’intelligenza umana e del suo terribile segreto, che ha reso l’uomo potente e dannato. Questa può essere una chiave di lettura per capire, almeno in parte, il significato dei teschi di cristallo. Per chi desidera approfondire l’argomento c’è, tra gli altri, il seguente sito Internet in lingua inglese: http://wwwcrystalskullsociety.org/


Il teschio del Brithish Museum
Una prima indagine fu condotta nel 1936 da parte di alcuni esperti del Brithish Museum, che già deteneva un altro teschio di cristallo, meno famoso per precisione, ma altrettanto misterioso riguardo la sua storia. Secondo i documenti del Brithish Museum, il teschio venne acquistato dal famoso gioielliere Tiffany all'inizio del 1898, per circa 120 sterline. L'incaricato della transizione fu un certo Kunz, che in un suo libro sui minerali, cita il teschio dicendo: <<>>. Riguardo all'ufficiale spagnolo citato da Kunz, non si sa nulla di certo. In realtà la versione dei fatti potrebbe essere diversa; sembrerebbe infatti che il primo proprietario sia quel certo Boban citato da Kunz, che cercò di vendere il sinistro oggetto sia alla Smithsonian Institution e sia al Museo Nazionale Messicano. Entrambi gli istituti rifiutarono l'offerta ed i beni di Boban, caduto frattanto in bassa fortuna, furono venduti all'asta a New York.
E' qui che nel 1826, entra in scena Tiffany, il gioielliere che acquistò il pezzo. Circa 12 anni dopo, sarà il Brithish Museum ad entrare in possesso di questo teschio. L'arrivo del teschio al Brithish Museum, coincise con una serie di strani eventi. A parte le affermazioni, piuttosto scarsamente provate, di improvvisi spostamenti di oggetti o di improvvise invasioni di profumi diversi ed inspiegabili, fu il personale di pulizia impegnato al museo nelle ore notturne ad alimentare le credenze che attribuivano al teschio strani poteri occulti. Il citato personale, infatti, chiese ed ottenne che il teschio fosse coperto da un pesante drappo durante le ore notturne, affinché si nascondesse l'inquietante sguardo di quell'oscuro oggetto. Questo secondo teschio, permise un esame comparato che dimostrò che il teschio del museo era una copia di quello di Mitchell-Hedges che risultava essere di gran lunga più preciso e raffinato. Nel 1950, il teschio fu nuovamente esaminato e da tale esame si scoprì:
Che il teschio era messicano;
Che risaliva al 1400 - 1500 d.C.;
Che il materiale era quarzo brasiliano.
Ancora risultati diversi, ed ancora il mistero rimaneva tale. Nel 1964 il famosissimo teschio di Mitchell-Hedges, fu nuovamente esaminato. Gli esami vennero condotti a cura di una notissima azienda di processori informatici (esperti nel quarzo, quindi). I tecnici di tale azienda immersero il teschio in alcool benzilico per studiarne gli assi cristallografici. Questi esami rivelarono che il teschio <<>> ricavato da un unico cristallo di quarzo e che fu quasi certamente lavorato mediante lo sfregamento di sabbia fine. Il dato più sconcertante fu che gli esperti stimarono il tempo necessario per ultimare il lavoro in <>.
I poteri dei Teschi di Cristallo
Al di là della ricerca storica è interessante sapere quali siano i poteri che possono imputarsi ai teschi di cristallo. Il loro manifestare fenomeni strani è frutto di suggestione, effettivi poteri o solo artifici degli antichi esecutori? Anna Mitchell, tuttora proprietaria del teschio più famoso, racconta come esso <<[...]visto dall'alto è una perfetta lente d'ingrandimento[...]>>. La particolarità che più affascina Anna Mitchell-Hedges è quello che, a volte, il teschio presenta dei riflessi di luce dagli occhi che sembrano vivi e tremolanti. L'antiquario Frank Dorland che eseguì sul cranio vari esami, afferma che una volta esso fu circondato da un alone luminoso per parecchi minuti; altre volte si udivano da esso degli scampanellii ed altre volte ancora era possibile intravedere velatamente delle immagini di strani paesaggi. Ci furono anche soggetti facilmente impressionabili che dopo aver fissato il teschio, ebbero problemi psichici.
Ma le storie misteriose legate al teschio non sono ancora finite. Una didascalia in una foto del teschio, opera di Mitchell-Hedges, avvertiva che esso <>. Quando il teschio si trovava a New York un gruppo di persone - incuriosite dal clamore che il teschio aveva prodotto attorno a sé - volle vederlo, il direttore del museo acconsentì e incaricò la sua segretaria di esibire il famoso reperto. La ragazza prese il teschio con le mani per estrarlo dalla sua scatola ed una strana sensazione la pervase, al punto da farle credere che il teschio la stesse percuotendo.
Il Teschio e il Demonio
L'apice del mistero riguardo la reale natura del teschio, la si può riscontrare in un aneddoto alquanto misterioso. Quando il teschio era in possesso dell'antiquario Dorland, questi ricevette la visita di un personaggio molto eccentrico: Anton Szandor La Vei, il fondatore della Chiesa di Satana. Egli chiese all'antiquario il teschio in quanto affermava essere una creazione dl Demonio. Dorland si rifiutò congedando La Vei. Durante la notte il riposo della famiglia Dorland fu turbato da numerosi scricchiolii. Il mattino seguente, parecchi mobili e suppellettili apparivano inspiegabilmente spostati da quelle che erano le loro abituali ubicazioni.
Cosa sappiamo?
Il teschio fu ritrovato nel 1926 presso Lubaantum.
Aveva un aspetto sinistro, alimentato anche dall'atteggiamento che tennero gli indigeni.
Suscitava emozioni contrastanti in chi ne veniva incontatto.
Sembrava essere apparentemente senza alcuna utilità pratica.
Quest'ultima affermazione da il destro ad una considerazione semplice ma efficace: perché intere generazioni di uomini si sarebbero prodigati nel realizzare qualcosa di inutile? Un'utilità, isolata od insieme ad altri oggetti, è alla base di qualsiasi produzione dell'uomo, quindi non può tacersi circa la ricerca di un qualsiasi utilizzo del teschio.
La cerimonia del fuoco
Per valutare un possibile utilizzo del teschio per qualche scopo, si può partire da un rito molto importante presso i Maya, cioè la cerimonia del fuoco. Questa cerimonia era una sorta di capodanno Maya, che coincideva con il raggiungimento dello Zenit (Punto in cui la verticale di un luogo (filo a piombo) incontra la sfera celeste) da parte delle Pleiadi (gruppo di stelle nella costellazione del Toro). Per i Maya era la garanzia che per tutto l'anno successivo il sole sarebbe sorto. Era una tradizione ricca di simboli, tra essi, il simbolo del rinnovamento del cambiamento, del nuovo. Una cerimonia che prevedeva anche dei sacrifici, il tutto per ingraziarsi il sole.
La statua del dio sui gomiti
Nel 1873 - circa - venne rinvenuta una statua rappresentante una divinità o un sacerdote disteso sul dorso con le ginocchia piegate ed i gomiti che toccano a terra (una posizione alquanto scomoda, vedi figura a lato). Sul ventre sorregge un riquadro rappresentante il disco solare. C'è molto mistero intorno a questa statua, pare si chiami Chac-Mool, ma questo nome non è da tutti accettato. Secondo la tradizione Maya, il fuoco della Cerimonia del Fuoco veniva fatto sprizzare da un oggetto sacro in legno, posto sul petto della vittima sacrificale. Che questa statua, sia un sostituto di questa vittima? Potrebbe essere, ma non è questo l'obiettivo della nostra ricerca. Il nostro obiettivo è trovare un'utilità pratica al teschio, e di questo abbiamo già buttato le basi.
Il Teschio e la cerimonia del fuoco
Cosa aveva detto l'archeologo Mitchell-Hedges, riguardo al teschio? <<[...]il teschio veniva usato da un grande e potente sacerdote maya per compiere riti esoterici [...]>> [vd Parte Prima], e se uno di questi riti fosse proprio la cerimonia del fuoco? Potrebbe essere anche riflettendo su un fatto importante nella cultura Maya. Il sole per i Maya è indubbiamente fonte di vita per eccellenza, ma sanno benissimo che il sole stesso può divenire causa di morte. E' il sole che regola con i suoi raggi la crescita dei prodotti della terra (e i Maya erano abili coltivatori), ma un lieve scompenso al ciclo solare, una più prolungata esposizione al sole avrebbe potuto compromettere colture intere e di conseguenza la vita dell'uomo. Era quindi presente, nella cultura Maya, l'equivalenza Sole-Vita-Morte, simboleggiata anche da incisioni in cui il sole viene rappresentato come un teschio da cui promanano raggi.
Il Teschio, una lente ustoria?
A questo punto mettiamo in ordine i dati che ci servono:
<<[...]il teschio veniva usato da un grande e potente sacerdote maya per compiere riti esoterici [...]>> (Mitchell-Hedges padre);
<<[...]visto dall'alto è una perfetta lente d'ingrandimento[...]>> (Mitchell-Hedges figlia)
Il rito secondo cui il sacerdote appiccava il fuoco ad un oggetto posto sul petto di una vittima.
Unendo questi elementi possiamo dire che il sacerdote si serviva del teschio per compiere un rito esoterico molto importante per i Maya. Egli alzava il teschio sulla sua testa e sfruttando la sua trasparenza, la sua proprietà di rifrazione datagli dal suo aspetto convesso (fungeva da lente abbiamo detto), catturava un raggio di sole tramite il quale incendiava l'oggetto sacro, posto sul petto della vittima. Ecco che, in definitiva, il Teschio potrebbe essere una lente ustoria, che simboleggia - oltre tutto - anche il trinomio Sole-Vita-Morte.
Svelato il mistero?
Può considerarsi appagante la tesi che vede il teschio come una lente ustoria? Da un punto di vista culturale e religioso - nell'ottica dei maya - si. Ma francamente, resta l'alone della leggenda che racconta che questi teschi sono 13, che racchiudono un segreto, che l'uomo potrà svelarlo quando vivrà in pace col suo simile. Quando si avvererà questa leggenda? Quali porte ci aprirà? Quelle di una memoria perduta, insieme ad un continente sprofondato nell'oceano migliaia di anni fa? Domande, quindi, solo domande, destinate - per il momento - a restare senza risposta. Risposta che forse è da leggere o interpretare tra i sinistri silenzi degli sguardi che, beffardo, il teschio ci lancia dall'alto della sua impenetrabile antichità.